Umanista (Roma 1465 - ivi 1510), fratello di Alessandro. Scrittore apostolico (dal 1481). A una lettera del Poliziano che prendeva posizione contro il ciceronianismo (Ep., VIII, 16), rispose (Ep., VIII, 17) asserendo la necessità di una guida, per chi vuole avventurarsi in "alienas regiones", ma dichiarando anche di voler essere piuttosto "figlio" che "scimmia" di Cicerone. Giudicò con acume latinisti moderni, a partire da Dante, nel De hominibus doctis, libro di critica letteraria, composto tra il 1490 e il 1491 (1a ed. 1729). Scrisse anche, con eleganza di stile: Libri sententiarum (1503), compendio di teologia dedicato a Giulio II; De cardinalatu (pubbl. postumo nel 1510), sulle doti che si richiedono a un cardinale.