CERRATO, Paolo
Nacque ad Alba in Piemonte da nobile e ricca famiglia intorno al 1485.
Il padre Benedetto morì il 17 genn. 1517 e la sua tomba si trova nella chiesa albese di S. Domenico; il nonno paterno, suo omonimo, fu giureconsulto. Forse per questo motivo, il C., dopo aver studiato nella sua città la letteratura volgare ed essersi dedicato con particolare interesse allo studio dei classici latini (probabilmente ebbe come guida e maestro Domenico Nanni o Nanno, autore della Poliantea), sitrasferì a Pavia. Qui, alcuni anni prima, era stato professore di diritto l'illustre Tommaso Cerrato, suo parente, e qui egli si laureò in giurisprudenza. Al 1508 risale la composizione dell'Epithalamion (che si stampò in quell'anno a Torino e poi a Basilea) per le nozze del marchese del Monferrato Guglielmo Paleologo con Anna di Alençon. Nel 1524 collaborò con tre epigrammi di fattura catulliana alla raccolta di componimenti poetici in ricordo della dedica di una cappella di S. Agostino a Roma da parte di Giovanni Corisco.
Intanto, tornato ad Alba, ottenne insieme con il fratello Pietro, il 20 genn. 1536, il feudo di Corneliano da Beatrice di Savoia. In questo anno, col favore del vescovo Gerolamo Vida, fu accolto fra gli amministratori dell'Ospedale dei pellegrini, al quale per testamento lasciò una parte della sua eredità. Non sappiamo quali affari occuparono la vita del C. nel tempo in cui egli non era impegnato nell'attività letteraria, ma certamente fu in virtù di questa che ottenne una certa notorietà: ché la pubblicazione di un poemetto epico-religioso in versi latini, intitolato De Virginitate, dette l'occasione a G. C. Scaligero, nella sua Poetica, di collocare il lavoro del C. accanto alle opere del Bembo, del Fracastoro, del Pontano.
Del poemetto il Vallauri dà notizia di due abbozzi di traduzione, rimasti inediti, l'uno in versi sciolti, a cura di Giuseppe Bartoli, professore all'università di Torino, l'altro in ottava rima a cura di Carlo Tenivelli, studioso di erudizione piemontese. In realtà il C. è un poeta che, in ambiente chiaramente isolato e provinciale, si trova ancora, agli inizi del sec. XVI, attardato su posizioni tendenti a conciliare la letteratura classica con l'ideologia cristiana.
Il C. istituì suoi eredi i due nipoti Giovanni e Tebaldo; proprio il testamento ci consente di stabilire il termine dopo cui collocare l'anno della sua morte, essendo datato 30 nov. 1538. Alcune fonti affermano che egli morì nel maggio del 1541.
Opere: Pauli Cerrati Albensis Epithalamion pro nuptiis illustrissimorum ac divorum Gulielmi et Annae Montisferrati Principum, Augustae Taurinorum 1508 (quest'opera fu ristampata nel '44, '57, '67, 1608, 1719, 1778); Coryciana, Romae 1524 (contiene i tre epigrammi); De Virginitate libri III, Parisiis 1528; Pauli Cerrati Opera, Vercellis 1778.
Bibl.: G. C, Scaligero, Poetices libri septem, Lugduni 1561, p. 295; Bibl. instituta et collecta primum a Conrad Gesnero deinde in epitomen redacta per Iosiam Simlerum, Tiguri 1583, p. 654; G. Gruterus, Delitiae poetarum Italorum, I, Francofurti 1608, p. 746; F. A. Chiesa, Catal. degli scrittori piemontesi, Torino 1614, p. 95; J. Gaddius, De scriptoribus non ecclesiasticisGraecisLatinis Italicis, Florentiae 1648, p. 107; O. D. Caramella, Museum illustriorum poetarum, Venetiis 1651, p. 227; A. Rossetti, Syllabus scriptorum Pedemontii, Monteregali 1667, p. 460; C. Orlandi, Delle città d'Italia e sue isole adiacenti compend. notizie sacre eprofane, I, Perugia 1770, pp. 173 s.; G. Vernazza, Intr. a P. Cerrato, Opera, Vercellis 1778, pp. V-XX; A. O. Cocchis, Lez. su la vita di P. C. d'Alba, Pompeia, in Piemontesi ill., III, Torino 1783, pp. 191-204; G. Tiraboschi, Storia della lett. ital., VII, 3, Roma 1785, p. 233; T. Vallauri, Storia della poesia in Piemonte, I,Torino 1841, pp. 118-119; N. Terzaghi, I carmi latini di P. C., in Annali dell'Ist. superiore di magisterodel Piemonte, II(1928), pp. 13-29, 128.