CAVAZZOLA, Paolo (detto il Morando)
Pittore, nato a Verona nel 1486, morto ivi nel 1522. Scolaro di Francesco Bonsignori, poi di Francesco Morone, dal primo deriva l'impostatura plastica delle sue figure, il chiaroscuro preciso, i drappeggi spezzati, dal secondo il ricco colorito metallico; ma egli si eleva su tutti i Veronesi contemporanei per la nobiltà dell'espressione, per la scioltezza degli atteggiamenti e per il colorito, che va man mano fondendosi in un'armonia più severa, mentre le sue forme tendono verso un'ampiezza più romana.
Quadri suoi monumentali, che una volta erano nella chiesa di S. Bernardino, ora nel Museo scaligero, sono: le storie della Passione (1517) per la cappella della S. Croce e la grandiosa pala per la cappella Da Socco, dalle Virtù atteggiate con grazia raffaellesca e dai grandiosi santi intonati in armonie grigie. Dei suoi affreschi si conservano in S. Nazaro e Celso una Annunciazione (1510) e in S. Maria in Organo due bellissimi Arcangeli d'epoca più matura; altri in Via S. Eufemia (S. Raffaele e Tobia; 1520) e in Via del Paradiso (Augusto e la Sibilla) vanno gradatamente scomparendo. I rari suoi ritratti sono tra i più nobili del tempo: la Giulia Trivulzio in casa Trotti Belgioioso a Milano e specialmente il Gentiluomo di casa Emilii a Dresda. Altri preziosi suoi dipinti nel Museo scaligero, alla Gazzada presso D. Guido Cagnola, agli Uffizî, a Londra, a Francoforte.
Bibl.: A. Aleardi, P. Morando, Verona 1853; D. Zannandreis, Vita dei pittori ecc., veronesi, Verona 1891; C. Gamba, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con la bibliografia precedente); I. Kohler, Das Cavazzola-Bild in Dresden, in Monasth. f. Kunstw., IX (1916), pp. 62-63; G. M. Richter, The Portrait of Isabella d'Este by C., in The Burlington Magazine, LIV (1929), pp. 85-92.