ARESI, Paolo
Nato a Cremona nel 1574, morto a Tortona il 20 giugno 1644. Suo padre, nobile milanese, era podesta a Cremona, quando nacque A., che nel battesimo si chiamò Cesare, ma mutò poi quel nome in Paolo quando, il 24 luglio 1590, abbracciò l'istituto dei chierici regolari teatini. Compiuti sli studî, a soli 24 anni fu chiamato a insegnare filosofia a Napoli e poi teologia ivi e a Roma. Né fu meno valente in lettere, tanto che un contemporaneo, Raffaele delle Colombe (Prediche di Quaresima, Firenze 1622, prefazione), lo chiamò un Trismegisto, come sommo oratore, filosofo e teologo a un tempo. Difatti, sebbene non appariscente oratore, predicò con buon successo nelle più importanti città d'Italia, specialmente in Verona, dove fu ascritto all'Accademia dei Filarmonici. Fu superiore del suo ordine e confessore alla corte di Torino. Ivi era appunto l'A., quando Paolo V il 6 luglio 1620 lo elevò alla sede vescovile di Tortona. Governò 24 anni quella vasta diocesi, visitandola tutta ogni tre anni; vi fece prodigi di carità durante la peste del 1630, e i due assedî che la città ebbe a sostenere nel 1642 e 1643. Favorì anche le lettere, tanto da meritarsi il titolo di mecenate dei letterati.
Dei suoi scritti furono pubblicati: Arte di predicar bene, Venezia 1611; ristampata con aggiunte, Milano 1622-1627; Imprese sacre, otto volumi pubblicati in diversi tempi e luoghi; primo e secondo libro a Verona 1613 e 1615, Milano 1621; i medesimi con aggiunte e il terzo libro, Milano 1625, Tortona e Venezia 1629; quarto libro in due volumi, e quinto libro, Tortona 1630; sesto libro, anche in due volumi, Tortona 1634-1635; La retroguardia in difesa di se stesso, Tortona 1640; Panegirici, Milano 1644; Guida dell'anima orante, Tortona 1623; Della tribolatione e suoi rimedi, Tortona 1624; In libros Aristotelis de generatione et corruptione, Milano 1617; Constitutio synodalis, Tortona 1623; De aquae transmutotione in sacrificio Missae, Tortona 1622; De Cantici Canticorum sensu velitatio bina, Milano 1640; Velitationes sex in Apocalypsim, Milan0 1647. Altre opere, rimaste manoscritte, sono elencate nella raccolta dei suoi panegirici e dall'Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, II, col. 1946 seg.