ARCONATI VISCONTI, Paolo
Nacque a Milano nel 1754, da Giangaleazzo, membro del Consiglio generale di Milano e, a partire dal 1771, ciambellano di Maria Teresa, e dalla belga Henriette Scockart. Nel 1796 ereditò, in virtù di accordi tra i diversi rami della famiglia, i beni della zia materna Brigitte Josèphe Scockart, baronessa di Gaesbeek, dovaria di Templeuve. Si trasferì allora nel Belgio, risiedendo alternativamente a Bruxelles e nel castello di Gaesbeek.
Con le elezioni del 21 marzo 1797 (1º germinale anno V), che, nella provincia annessa del Belgio come in Francia, segnarono in genere la vittoria delle forze conservatrici, cattoliche e realiste, l'A. diventò presidente della municipalità di Bruxelles. La sua amministrazione, accusata come molte altre di "avere professato l'incivismo, protetto i preti refrattari, trascurato le istituzioni repubblicane e la percezione delle contribuzioni", fu prematuramente interrotta dall'ondata di epurazioni che il Direttorio eseguì anche nel Belgio dopo il colpo di stato del 4 sett. 1797 (18 fruttidoro anno V). Il 26 apr. 1800, nel quadro delle nuove istituzioni create dopo il colpo di stato bonapartista del 18 brumaio, l'A. fu nominato sindaco di Bruxelles: atto di conciliazione verso i conservatori belgi, che il prefetto Doulcet tenne a sottolineare nella cerimonia per l'installazione dell'A., ricordando che nel 1797 egli aveva raccolto i suffragi dei suoi concittadini. Anche la sua seconda amministrazione fu assai breve: il 22 luglio 1800 l'A. dava le dimissioni, ufficialmente per ragioni di salute, più probabilmente in seguito alla forte opposizione incontrata da un suo piano di restaurazione delle finanze cittadine attraverso una drastica riduzione degli impieghi e l'aggiornamento del pagamento delle rendite pubbliche.
Rimase tuttavia fedele al regime napoleonico: il 23 sett. 1800 (Iº vendemmiaio anno IX) fu uno dei tre deputati del dipartimento della Dyle ad assistere a Parigi alle feste solenni della Repubblica. Il 27 maggio 1801 (6 germinale anno IX) fu nominato dal primo console membro del Consiglio generale del dipartimento della Dyle, e conservò tali funzioni fino al 1811. Il 27 ott. 1804 (5 brumaio anno XII) fu infine nominato membro del Consiglio municipale di Bruxelles. Nel 1805, avendo premuto molto e inaccortamente per ottenere la croce della Legion d'onore, cadde in disgrazia presso Napoleone.
L'A. dovette la sua notorietà presso i Brussellesi non tanto alla sua attività politica quanto al fasto spettacolare di cui si circondava. Tracce di questo suo gusto e dei suoi sentimenti filobonapartisti sono anche nelle decorazioni di cui ornò il parco di Gaesbeek: in particolare un arco di trionfo fatto erigere in onore di Napoleone nel 1806.
Nel 1811 acquistò a Bruxelles l'antica Maison du Roi, allora Maison du Peuple, messa in vendita tra i beni nazionali. Fino al 1817, anno in cui l'A. la rivendette, essa divenne sede di una Chambre de Rhétorique, chiamata Den Wyngaard, di cui l'A. si proclamò capo supremo e protettore speciale.
Morì a Bruxelles il 20 ag. 1821.
Bibl.: A. Henne-A. Wauters, Histoire de Bruxelles, Bruxelles 1845, II, pp. 460, 468; III, p. 66; L. de Lanzac de Laborie, La domination française en Belgique (Directoire, Consulat, Empire, 1795-1814), I, Paris 1895, pp. 124, 329; P. Verhaegen, La Belgique sous la domination francaise (1792-1814), Bruxelles 1922, II, pp. 380, 400; III, pp. 136. 148; IV, pp. 41-43, 643; D. Spadoni, Un pamphIet di Chateaubriand nel 1814 e la risposta italiana, in Arch. stor. di Corsica, VI (1930), p. 76; F. Vennekens, La Seigneurie de Gaesbeek (1236-1795), Abbaye d'Affligem-Hekelgem 1935, pp. 217-224 (vi si dà notizia di numerosi documenti concernenti l'A. conservati in diversi archivi pubblici belgi e nell'archivio del Castello di Gaesbeek); D. Scioscioli, Il dramma del Risorgimento sulle vie dell'esilio, I, Roma 1937, pp. 78-83; B. Delepinne, Histoire d'une maison bruxelloise, Bruxelles 1950, pp. 86-93.