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ARCARI, Paolo

di Giovanni Ponte - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ARCARI, Paolo

Giovanni Ponte

Di famiglia bergamasca, nacque a Fourneaux (Savoia), da Felice e Carolina Gavazzi, il 25 ott. 1879. Da giovane partecipò alla vita dei cattolici organizzati nell' "Opera dei congressi", svolgendo la sua attività nella redazione dell'Osservatore cattolico di don D. Albertario, con F. Meda, E. Vercesi, A. Mauri e altri; fu anche tra gli esponenti della F.U.C.I. L'A. militava in quel gruppo della democrazia cristiana del Meda, nel quale l'opposizione allo Stato italiano era intesa come un atteggiamento contingente, legato alla risoluzione giuridica della questione romana, e si auspicava perciò il rapido inserimento dei cattolici in quello stesso stato. Tale attaccamento allo Stato italiano portò più tardi l'A., come altri cattolici, ad aderire al nazionalismo. Nel 1910, infatti, egli partecipò e svolse un ruolo importante al congresso di Firenze, in cui si costituì l'Associazione nazionalista italiana della quale l'A. fu eletto membro del consiglio centrale. Nel 1911 plaudì entusiasticamente alla guerra di Libia; ma quando, nel 1912, al congresso di Roma dell'Associazione nazionalista, scoppiò l'urto fra i conservatori antidemocratici e i democratici, l'A. uscì con questi ultimi dall'associazione. Egli si andò allora accostando ai liberali, fondando a Milano nel 1914 L'Azione, periodico nazionalista e liberale diretto dall'A. e da A. Caroncini. Scoppiata la guerra mondiale, l'A. fu interventista e partì volontario per il fronte. Intanto, sin dal dicembre 1902, l'A. insegnava letteratura italiana nell'università cattolica di Friburgo in Svizzera, e tenne M seguito corsi di lezioni anche nelle università di Losanna e di Neuchátel. Nell'ateneo di Friburgo fu rettore (1928) e preside di facoltà (1931). Con il suo insegnamento contribuì largamente a diffondere la nostra cultura nella vicina repubblica.

Morì a Roma il 4 febbr. 1955.

Vasta fu l'attività letteraria dell'A. e numerose le pubblicazioni: conferenze, saggi critici, novelle e romanzi, opere di meditazione e di polemica. Spiritualista convinto, nei suoi studi critici risentì, tuttavia, da giovane, del metodo positivista, tentandone complesse applicazioni psicologico-scientifiche nei volumi sul Rovetta (Un meccanismo umano. Saggio d'una nuova conoscenza letteraria, 2 voll., Milano 1909-1911) e conservandone, anche dopo la sua scoperta del pensiero vichiano (Processi e rappresentazioni di Scienza Nuova in G. B. Vico, Friburgo 1911), l'esigenza erudita (evidente sopra tutto nel saggio L'arte poetica di P. Metastasio, Milano 1902) e un prevalente interesse per i problemi culturali e civili in confronto a quelli estetici, da lui trascurati. A questo orientamento unì una attenzione crescente per lo studio dell'interiorità di grandi scrittori (principalmente De Sanctis, Pascal, Manzoni, Parini, Balzac) e per i conseguenti problemi morali e religiosi, risentendo soprattutto del Bourget e del Salvadori. I limiti dei suoi saggi, assai netti nei suoi lavori secondari, sono rappresentati dalla tendenza alla dispersione e all'oratoria e da forzature di giudizi, a volte eccessivamente personali. Oratore facondo, impetuoso e polemico nel suo nazionalismo, l'A. riuscì poi meno convincente, o discutibile, nelle sue opere di riflessione e di sintesi (Vette umane: il genio, l'eroe, il santo, Milano 1935; La letteratura italiana e i disfattisti suoi, ibid. 1938), cui nuoce anche il facile ricorso all'enfasi. Novelliere e romanziere, non seppe frenare, troppe volte, la sua tendenza alla dispersività, all'analisi minuta, all'oratoria astratta; il meglio di sé egli diede nel romanzo Palanche (Milano 1930) che, pur se ha limiti psicologici e un certo difetto di vigore, ha anche struttura più solida, mentre i principi ideali vi si concretano in situazioni e caratteri, e presenta un interessante personaggio "balzachiano" in Tecla Sàuli, la donna che al denaro sacrifica anche gli affetti.

Oltre alle opere già citate, si possono ricordare: i romanzi, Il cielo senza Dio, Milano 1922; Altrove, ibid. 1926; fra i saggi critici, Di Pietro Cossa e dei dramma in Italia, Milano 1899; G.B. Niccolini e la sua opera drammatica, ibid. 1902; F. Amiel, Genova 1912; Manzoni, Milano 1923; Il problema religioso nel sentimento e nella meditazione di F. Do Sanctis, in Miscell. di studi critici in onore di V. Crescini, Cividale 1927, pp. 291-313; Pascal, Milano 1927; Parini, ibid. 1929; Balzac, Brescia 1934; Le odi di G. Parini, Milano 1938; Il Manzoni di F. De Sanctis, Milano 1940; Carducci, Milano 1942; fra le opere di meditazione, Parole di giovinezza. Conferenze e discorsi, Milano 1902; Alle soglie del secolo. Problemi d'anima e d'arte (con pref. del p. G. Semeria), ibid. 1903; La coscienza nazionale in Italia. Teoria e inchiesta, ibid. 1911. L'A. curò inoltre varie edizioni di opere: G. Rovetta, Cinque minuti di riposo!, Milano 1912; F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana (con prefaz. e indici di P. A.), Milano 1912; Id., Saggi critici (con pref. note indici di P.A.), ibid. 1914; I. Taine, Viggio in Italia (a cura di P. A.), Lanciano 1915; La passione d'Italia. Versi scelti nel teatro di S. Benelli, con prefaz. e note di P. A., ibid. 1918.

Bibl.: C. Pellizzi, Le lettere italiane del nostro secolo, Milano 1929, pp. 171. 432; L. Tonelli, P. A., in L'Italia che scrive, XIV(1931), fasc. 3; L. Berra, Problemi d'arte e di vita nella letteratura cattolica, in Vita e Pensiero, XVII(1931), pp. 332-334; G. Urbani, P. A. romanziere, in il Pensiero, 1931, nota 3; F. Aquilanti, P. A., in La tradizione, 1933, pp. 218-20; A. Galletti, Il Novecento, Milano 1939, pp. 599 s.; M. Ferraris, P. A. romanziere, Torino 1937; P. M. Arcari, Le elaborazioni della dottrina politica nazionale fra l'unità e l'intervento (1870-1914), 3 voll., Firenze 1934-39, passim; U. Renda-P. Operti, Diz. stor. d. letter. ital., Torino 1951. p. 60; F. Magri, L'Azione Cattolica in Italia, I, Milano 1953, pp. 131, 149, 150, 166; Id., La Democrazia Cristiana in Italia, I, Milano 1954, pp. 44, 46. 158, 339; G. Spadolini, L'opposizione cattolica da Porta Pia al '98, Firenze 1955, pp. 383, 521, 554; I classici ital. nella storia della critica, a cura di W. Binni, II, Firenze 1955, pp. 123, 221; G. De Rosa, F. Meda e l'età liberale,  Firenze 1959, pp. 10 s., 22, 35, 45 s., 59 s.

Vedi anche
Torino Comune del Piemonte (130,2 km2 con 908.263 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e di regione. Sorge alla confluenza della Dora Riparia con il Po, in un’area alluvionale (239 m s.l.m.) compresa fra l’anfiteatro morenico di Rivoli e una serie di colline situate a oriente (fra cui, la collina di Superga). ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia romanzo, quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono. Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza.
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    Letterato (Fourneaux, Savoia, 1879 - Roma 1955), prof. di letteratura italiana nell'univ. cattolica di Friburgo (dal 1902), di cui fu anche rettore (1928); tenne anche corsi di lezioni nelle univ. di Losanna e di Neuchâtel; è autore di novelle e romanzi, d'ispirazione cattolica (Il cielo senza Dio, ...
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Vocabolario
arcàrio
arcario arcàrio s. m. [dal lat. arcarius]. – Nell’Impero romano e durante il medioevo, pubblico funzionario preposto alla sorveglianza del tesoro (arca); nella Corte pontificia, uno dei sette giudici palatini, importanti soprattutto fra...
arcare
arcare v. tr. [der. di arco] (io arco, tu archi, ecc.), ant. – 1. Curvare ad arco, arcuare. 2. a. Prendere di mira, saettare con l’arco. b. fig. Ingannare, truffare: onde gli arcatori furono arcati (Sacchetti). ◆ Part. pass. arcato, anche...
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