BRUNETTI, Paolo Antonio
Figlio di Gaetano; in occasione della sua aggregazione ad accademico d'onore dell'Accademia Clementina, il 17 giugno 1751, è detto nato "in Africa". Questa notizia non ha altre conferme dato che mancano informazioni biografiche sulla sua giovinezza. Probabilmente il B. aveva seguito il padre in Inghilterra e quindi in Francia. È infatti a Parigi che svolse un'intensissima attività come decoratore di palazzi privati, chiese e teatri: di questa ricchissima produzione restano solo notizie incomplete e lacunose.
Il 26 sett. 1746 venne iniziata la ricostruzione della cappella dell'Hospice des Enfants-trouvés (oggi distrutto), che venne dipinta da Ch. Y. Natoire e dai Brunetti. Il primo, pittore di soggetti storici, ne decorò la parte inferiore; nella volta, il B., con il padre, eseguì pitture sul suo tema favorito: "les débris d'une voûte, soutenus par d'énormes étais qui semblent menacer d'une ruine prochaine..." (Thiéry). Tali decorazioni sono state incise in quindici tavv. da E. Fessard (cfr. L. Duclaux, La décoration de la chapelle..., in Revue de l'art, 1971, 14, pp. 45 s.). Nel 1748 affrescò lo scalone d'onore dell'hôtel de Luynes a St.-Germain, ora distrutto (oggi nel Museo Carnavalet).
Thiéry registra altre decorazioni oggi disperse: all'hôtel Soubise (rinnovato e riedificato nel 1706, oggi Archives Nationales: lo scalone è stato rifatto agli inizi del sec. XIX); all'hótel Richelieu (ora distrutto: decorazioni architettoniche della scala d'onore, in collaborazione con F. Eisen e L. D. Soldini che eseguirono i personaggi); al castello di Bellevue presso Meudon, fatto edificare nel 1748 dalla Pompadour (distrutto all'inizio dell'Ottocento), e al padiglione dell'hôtel d'Egmont (distrutto). Hautecoeur ricorda inoltre la decorazione della sala da pranzo del castello di Magnanville presso Mantes. Unica decorazione in loco gli affreschi nella cappella delle Anime del Purgatorio della chiesa parigina di S. Margherita (rue St.-Bernard) costruita tra il 1760 e il 1764; le prospettive con grandi figure allegoriche e le scene bibliche sono state recentemente restaurate (Christ).
Fu "peintre doreur et décorateur" del Théâtre Français (oggi Comédie Française) dal 1753 alla morte; non è restata, di lui, nessuna scenografia né bozzetto, ma dai documenti di pagamento, dal 21 maggio 1753 al 2 ott. 1781, sono ricavabili circa centocinquanta titoli di opere per le quali diede, o restaurò, le scene. Tra essi i più importanti sono: Les Fées (1754); Les Troyennes (1754 e 1772); L'îledéserte (1758); Olympie (1764); Les Triumvirs (1765); Sémiramis (1766); Palais romain (circa 1767); Guillaume Tell (1767); Pierre le cruel (1773); Regulus (1777); Le roi de Cocagne (1781). Allestimenti del B. sono citati anche nella corrispondenza di C. S. Favart, autore drammatico, con il conte G. Durazzo, direttore dei teatri imperiali di Vienna; questi, anzi, propose al B. di andare a Vienna a lavorare per la corte con il titolo di "premier ingénieur et architecte décorateur de l'Impératrice" a condizioni pari a quelle con cui aveva lavorato Giuseppe Bibiena. Da queste trattative, delle quali non sappiamo l'esito, risulta che il B. a Parigi godeva di una ottima posizione e d'altra parte anche l'essere accademico della Clementina e aggregato dell'Accademia di Firenze ne è conferma. Egli aveva come collaboratore un pittore tedesco di nome Spourny che eventualmente avrebbe voluto portare con sé come aiutante e interprete, dal momento che egli stesso si dichiarava non molto pratico della pittura di paesaggio: il Favart proponeva, a questo proposito, di utilizzare i disegni di Bocquet, ma continuava: "ses ornements sont galants sans rien avoir de ce goût colifichet si fort à la mode. Ses fleurs sont touchées légèrement et avec beaucoup de verité. Ses figures ont le trait des Grâces. On croit y reconnaître le pinceau de Boucher. Je ne parle point de l'architecture où il excelle...".
Il B. morì a Parigi il 23 ott. 1783: abitava allora all'hôtel de Tournon, in rue des Quatres-Vents, convivendo con una certa Marie-Anne Fournier.
L'inventario dei suoi beni è particolarmente interessante perché comprende una lista di sue opere che prova l'ampio arco delle sue attività: quattro quadri di soggetto architettonico, due dipinti con rovine e uno di motivo agreste, una marina, nove piccoli ritratti, otto disegni d'architettura, due paesaggi, sedici figure in gesso, un numero imprecisato di schizzi e disegni per i lavori alla Comédie Française, alcune incisioni.
Fonti e Bibl.: Bologna, Accademia di Belle Arti, Atti dell'Accad. Clementina, ms., 1751, c. 156;L. V. Thiéry, Guide des amateurs et des étrangers voyageurs à Paris, Paris 1787-1788, I, pp. 582 149, s., 650; II, pp. 69, 527;III, p. 316; Mémoires et corresp. … de C. S. Favart, Paris 1808, passim; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, pp. 82s.; J. J.Guffrey, Scellés et inventaires d'artistes, in Nouvelles archives de l'art français, VI, Paris 1885, pp. 156-158;Id., Servandoni,B. ... Notes inédites de Favart,ibid., s. 3, IV, Paris 1887, pp. 119-121, 124 s.; L. Hautecoeur, Hist. de l'architecture classique en France, III, Paris 1950, pp. 280 s., 554;Y. Christ, Un décor d'opéra dans une petite église, in Connaissance des arts, 1958, n. 72, pp. 1821;A. Boinet, Les églises parisiennes..., III, Paris 1964, pp. 241-243;U. Thierne-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 136;E. Bénézit, Dictionn. critique ed document. des peintres,sculpteurs et graveurs..., II, Paris 1949, p. 181.