PAOLINO di Milano
Diacono della chiesa di Milano, amico e segretario di S. Ambrogio, qualche tempo dopo la morte del vescovo di Milano si recò in Africa quale amministratore delle proprietà africane della chiesa milanese ed entrò in dimestichezza con S. Agostino, partecipando vivacemente, anzi, in un certo senso, dando inizio alla campagna antipelagiana specialmente contro Celestio (v. pelagianismo). Citato da papa Zosimo a comparire a Roma (novembre 417) per sostenere davanti a lui l'accusa contro Celestio, già sostenuta da P. di fronte ad Aurelio di Cartagine, si sottrasse alla citazione (v. il suo Libellus adversus Coelestium, in Collectio Avellana, ed. O. Günther, n. 47, in Corpus Scriptorum ecclesiastic. lat., XXXV, Vienna 1895, p. 108 segg.) ben conoscendo i sentimenti di Zosimo allora favorevole a Celestio. Ma P. è soprattutto noto per la sua biografia di S. Ambrogio (testo a cura di M. S. Kaniecka, Washington 1926) redatta per invito di S. Agostino e pubblicata probabilmente nel 422. Per quanto scritta sull'esempio delle vite atanasiane e geronimiane degli eremiti e, più, della Vita Martini di Sulpicio Severo, la Vita Ambrosii è un documento che ha, sostanzialmente, valore storico. Non è opera di P. un Libellus benedictionibus patriarcharum (Patr. Lat., XX, coll. 715-732) attribuitogli in base a un passo di Isidoro di Siviglia.
Bibl.: O. Bardenhewer, Gesch. d. altk. Lit., IV, Friburgo in B. 1924, pp. 543-545; J. R. Palanque, La "Vita Ambrosii" de Paulin, in Revue des sciences religieuses, IV (1924), pp. 26-42, 401-420; E. Bouvy, Paulin de Milan, in Rev. august., I (1902), pp. 497-514; A. Wilmart, Le comment. des bénéd. de Jacob attribué à Paulin de Milan, in Rev. bénéd., XXII (1920), pp. 57-63.