PANTOFOLA (fr. pantoufle; sp. pantufla, pantuflo; ted. Pantoffel; ingl. slipper)
Fin dal sec. XV la pantofola o "spantoffia", "zibra", "solea", o pianella è molto in uso come calzatura maschile e femminile; la pianella delle donne è fatta di stoffa con suola a varî strati di un certo spessore: si distinguono infatti pianelle basse e alte; e già nel sec. XV contro le "pianelle alte più che predelle" si scagliano S. Bernardino da Siena nelle sue prediche e Domenico da Prato in un sirventese contro il lusso donnesco. La pianella fiorentina del Quattrocento è formata da una striscia di cuoio o di stoffa attaccata alla suola che poi cinge il piede; a Napoli nel sec. XV le donne portano pianelle "milanesi di velluto alla valentiana"; nel corredo di B.M. Sforza sposa dell'imperatore Massimiliano I vengono elencate 24 paia di pianelle ("solee seu cifre") di diversi colori e di stoffe ricchissime. La pianella maschile è di stoffa di seta o di velluto a colori vivaci (i senatori veneti portano pianelle rosse) ed è in genere portata sopra la scarpa stessa. Con l'uso dei gambali la pianella si trasforma in calzatura da casa più o meno ricca ed elegante. Caratteristiche le pantofole da uomo ricamate a punto in croce (1840) e le modernissime pantofole femminili a tacchi alti guarnite di piume o di fiori di nastro (v. anche, specie per l'antichità, calzatura).
Bibl.: C. Vecellio, Habiti antichi e moderni, Venezia 1589, pp. 181, 213, 246; F. Calvi, Il corredo di Bianca M. Sforza Visconti, Milano 1875, p. 60; E. Motta, Nozze principesche del 400, Milano 1894, p. 15; L. A. Gandini, Isabella, Beatrice, Alfonso d'Este infanti, Modena 1896, p. 30; L. Beltrami, La vita nel castello di Milano al tempo degli Sforza, Milano 1900, p. 25; L. Colini Baldeschi, Vita pubblica e privata maceratese, Ancona 1903, p. 5; G. Pansa, Gli statuti aquilani, Teramo 1890, p. 13; F. Malaguzzi-Valeri, La corte di Ludovico il Moro, Milano 1913, p. 408; L. Montalto, La corte di Alfonso I d'Aragona, Napoli 1922, pp. 28, 53; E. Polidori Calamandrei, Le vesti delle donne fiorentine, Firenze 1924.