CARABELLESE, Pantaleo
Nato a Molfetta (Bari) il 6 luglio 1877. Laureato in lettere a Napoli (1900) e in filosofia a Roma (1905), insegnò prima le une e poi l'altra nelle scuole medie, nelle quali rimase fino al 1922 anche come preside e ispettore. Dal 1923 al 1929 tenne la cattedra di filosofia nell'università di Palermo, e dal 1930 occupa quella di storia della filosofia in quella di Roma.
Movendo dal Rosmini e dal Varisco, s'è sforzato di dimostrare che il "concreto" è nella coscienza come unità di soggetto e di oggetto. Ha svolto quindi l'esigenza oggettivistica implicita nell'idealismo, combattendo l'interpretazione soggettivistica del kantismo e le recenti dottrine filosofiche italiane che assumono di poter riassorbire nel soggetto ogni forma di oggettività, per concludere a una concezione ontologistica e teistica della realtà.
Scritti principali: La teoria della percezione intellettiva di A. Rosmini (Bari 1907), L'Essere e il problema religioso (ivi 1914), La coscienza morale (La Spezia 1914), Critica del concreto (Pistoia 1921), Che cosa è la filosofia? (in Riv. di fil., 1921), La filosofia di Kant: I, L'idea teologica (Firenze 1927), Il problema della filosofia da Kant a Fichte (Palermo 1929), Il problema teologico come filosofia (Firenze 1931), Il mio ontologismo (in Giorn. crit. d. fil. it., 1936), L'idealismo italiano (Napoli 1938). Varie traduzioni di Kant.