panpenalismo
s. m. Concezione in base alla quale ogni tipo di reato ha rilevanza penale.
• I due autori [Carlo Nordio e Giuliano Pisapia] [...] sono giunti alle stesse conclusioni: che «le pene non devono essere aumentate, semmai diminuite» (Nordio), che «bisogna smetterla con il panpenalismo» e che l’idea di potere risolvere tutto con il codice penale «è solo propaganda, pericolosa demagogia» (Pisapia). (Sergio Romano, Corriere della sera, 16 febbraio 2010, p. 38, Cultura) • «Nuove norme sulla legittima difesa? No. Questo caso dimostra che non ce n’è bisogno». Ne è convinto Nello Rossi, avvocato generale in Cassazione ed ex aggiunto della procura di Roma. Un magistrato che non è mai stato un fautore del “panpenalismo”, cioè della continua proliferazione di norme penali finalizzate prevalentemente a rispondere ai bisogni emotivi dei cittadini. (Liana Milella, Repubblica, 13 dicembre 2017, p. 18).
- Composto dal confisso pan- aggiunto al s. m. *penalismo.
- Già attestato nella Repubblica del 21 aprile 1997, p. 2 (Daniele Mastrogiacomo).