PANOFTALMITE (dal gr. πᾶν "tutto" e ὀϕϑαλμός "occhio")
Suppurazione del bulbo oculare da infezione purulenta. Per lo più proviene dall'esterno, o per ferite, o corpi estranei, o ulcere corneali; ma si osserva anche come forma metastatica per causa interna (emboli settici) nel decorso della piemia, della febbre puerperale, del tifo, ecc. Ha il decorso di un grave processo acuto uveale, con dolori, iperemia, gonfiore della congiuntiva delle palpebre, del connettivo orbitale, febbre. Fomatosi il pus, questo finisce per farsi strada all'esterno o per la ferita precedente, o per una nuova via; cola abbondante per qualche giorno, indi cessa, e l'occhio va incontro all'atrofia, riducendosi a un moncone completo o a semimoncone.
Cura. - In principio può convenire l'exenterazione. L'enucleazione (asportazione dell'intero bulbo oculare) è sconsigliata, perché sembra possa facilmente aprire vie a un'infezione generale. Ma più prudente di tutto è l'aspettativa, tutto al più fendendo ampiamente il bulbo anteriormente con un tagliente, quando si sia già formato il pus e ritardi a farsi strada all'esterno, continuando gravi sofferenze per il malato: Il moncone completo, che si può avere definitivamente, è per lo più innocuo e sopra di esso può anche applicarsi l'occhio artificiale. Il semimoncone, per il fatto che in esso le membrane interne non sono distrutte interamente, può rimanere silente per lunghi anni, ma può anche infiammarsi gravemente e ripetutamente e dare perfino impulso alla ottalmia simpatica. È quindi necessario sorvegliare, e al caso praticare l'enucleazione. Nei semimonconi infiammabili e dolenti non è raro riscontrare delle concrezioni calcaree o vere produzioni ossee, che sembra possano a loro volta agire irritando.