PANGENESI (dal gr. πᾶν "tutto" e γένεσις "generazione")
La teoria proposta dal Darwin (1866) per spiegare il meccanismo dell'eredità (non dissimile da altre antiche teorie, come quelle di Ippocrate e di Democrito) ammetteva che da ogni cellula dell'organismo si stacchino minute particelle materiali (gemmule), che circolano poi per tutto il corpo, ma confluiscono specialmente negli organi genitali, accumulandosi nelle cellule sessuali. Ognuna di queste particelle porta i caratteri proprî della cellula da cui proviene, e contribuisce poi alla formazione del nuovo organismo, imprimendo quei caratteri alla cellula a cui darà origine. Simile è il meccanismo della rigenerazione di organi o parti che siano state asportate. Poiché le varie parti del corpo si modificano sotto l'influenza degli agenti esterni, le gemmule possono registrare queste alterazioni e le trasmettono ai figli. Con ciò il Darwin ammetteva l'eredità dei caratteri acquisiti, base della teoria lamarckiana dell'evoluzione, e che fu poi negata completamente dai neodarwinisti.
Simile alla teoria del Darwin è quella delle gemmarie di Haake (1893). La teoria della pangenesi intracellulare di H. De Vries (1898), invece, differisce da quella del Darwin perché, pur ammettendo che ogni carattere ereditario è legato a particelle materiali individue (pangeni), che costituiscono tutto il plasma vivente, sostiene che esse non circolano per il corpo, ma si trovano tutte nei nuclei di ciascuna cellula. Questa teoria si avvicina di più alle interpretazioni della moderna genetica (v. eredità; genetica).