PANFILO (Παμϕιλος, Pamphīlus) di Alessandria
Lessicografo greco vissuto sul finire del sec. I a. C. e al principio del sec. seguente; fu un aristarcheo, pur conservando la propria indipendenza dal maestro, col quale non concorda ad es. per l'uso dell'anastrofe. Fu uno dei più grandi lessicografi antichi.
Nel suo lessico (Glosse e nomi) in 95 libri (nei quali per i primi cinque ebbe collaboratore Zopirione) raccolse quanto avevano già studiato i suoi predecessori: la sua opera rimase fondamentale per i successivi grammatici. Se poi sia altro titolo di quest'opera (Reifferscheid) o sia un'opera a sé (Wellmann) il Λειμών o Prato, spesse volte citato dagli antichi, è incerto, come pure è dubbio se abbia scritto un'opera particolare sulla prosodia omerica. Compose un onomastico botanico (Sulle piante) in 6 libri, che taluno crede sia parte del maggior lessico. Scrisse ancora una τέχνη κριτική, un lavoro sui succhi, commentario esegetico a Nicandro, sulle glosse attiche, sulle glosse ippocratee e sulle parole eschilee. A lui è attribuita anche un'opera ϕυσικά.
Bibl.: H. Weber, in Phil. Suppl., III (1867-1878), p. 467 segg.; J. Schoenemann, De lexicogr. ant., Hannover 1887; Wellmann, in Hermes, XXXIII, p. 360 seg., XXXV, p. 350 segg., LV, p. 43 segg.; A. Gräfenhan, Gesch. d. kl. Phil. im Altertum, III, Bonn 1846, pp. 56, 97, 177, ecc.; Christ-Scmid-Stählin, Gesch. d. Lit., II, 1, p. 435 segg.; F. Susemihl, Gesch. d. gr. Litt. in d. Alex.-Zeit, I-II, Lipsia 1891-1892, passim.