PANENO (Πάναινος, Panaenus)
Pittore greco, forse ateniese, vissuto intorno alla metà del sec. V a. C. Fu parente di Fidia, forse fratello più che nipote, come afferma Strabone, essendo stato P. compagno di lavoro di Polignoto e di Micone nella vasta decorazione pittorica del Portico detto il "Pecile" presso l'Agorà di Atene. P. risulta inoltre essere stato compagno e collaboratore di Fidia, allorchè questi eseguiva la statua crisoelefantina di Zeus, a Olimpia. Verosimilmente più tardi ebbe P. a decorare di pitture l'Acropoli di Elide. La data della 83ª olimpiade (448 a. C.) è indicata da Plinio come il culmine della carriera di P. (v. fidia).
Delle svariate opere di questo pittore, quella intorno alla quale siamo relativamente meglio informati, è la decorazione parietale, probabilmente un affresco, del Pecile, illustrante la battaglia di Maratona. L'artista, sicuro dei proprî mezzi espressivi, aveva rappresentato la mischia al suo culmine, con la rotta dei barbari e la loro fuga verso le navi. Si vedevano anzi i Persiani bersagliati dai Greci, mentre cercavano scampo sulle navi. Nella composizione erano espressamente indicati personaggi ideali, divinità ed eroi, come Atena, Eracle, Maratona, Teseo, Echetlo, e personaggi mortali, come i capi dei due eserciti: da una parte Milziade, Callimaco, Cinegiro, dall'altra Dati e Artaferne, supponibili ritratti questi e riproduzioni dal vero. Nel tempio di Zeus a Olimpia, P. aveva eseguito le pitture decorative della balaustra marmorea eretta tra le colonne in fondo alla cella, al fine d'isolare la statua di culto. Il lato anteriore della balaustra era semplicemente dipinto in azzurro. Sui fianchi, ciascuno diviso in tre riquadri, erano i seguenti soggetti: Eracle e Atlante - Teseo e Piritoo - Grecia e Salamina (personificazioni); Eracle e il leone Nemeo - Aiace e Cassandra - Ippodamia e Sterope; Eracle e Prometeo incatenato - Achille e Pentesilea - due Esperidi con i pomi. I soggetti semplici e lineari delle scene, ciascuna a due soli personaggi, dovevano conferire a ogni composizione l'aspetto di un motivo di metopa. Nella decorazione policroma della statua crisoelefantina di Zeus, P. aveva eseguito i gigli e le figure onde era costellato, forse con la tecnica dell'ageminatura, il manto del dio. Per il santuario di Elide è memoria che P. decorò l'interno dello scudo della dea, e forse ebbe ad eseguire anche le pitture parietali del tempio.
Bibl.: J. Oversbeck, Schriftquellen, Lipsia 1868, nn. 1094-1108; H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstler, II, 2ª ed., Stoccarda 1889, p. 33 segg.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, Monaco 1923, p. 673 segg.; F. v. Lorentz, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI (1932), s. v. Panainos.