PANDOLFO da Capua
PANDOLFO da Capua. – Il riferimento agli imperatori d’Oriente Michele VII Ducas (1071-78) e Alessio I Comneno (1081-1118) contenuto nel Liber illustrium virorum archisterii Casinensis di Pietro Diacono (Archivio di Montecassino, Casin. 361, p. 139, preferibile all’edizione in Patrologia Latina, 173, coll. 1035 s., spesso scorretta) consente di situare cronologicamente la vita di questo monaco benedettino, originario di Capua.
Ancora da Pietro Diacono si apprende che era entrato nel monastero di Montecassino sotto l’abate Desiderio (1058-87), ricevendo nel corso degli anni quella formazione culturale che sarebbe stata alla base dei suoi scritti, dominati dall’interesse per i temi del computo e dell’astronomia. Concorda con questi riferimenti cronologici la notizia secondo la quale Pandolfo avrebbe dedicato la sua opera De calculatione (Gibson-Newton, 1995) a Pietro, abate di S. Benedetto di Salerno e futuro cardinale (morto prima del 1098-99: Hüls, 1977, p. 216), il cui abbaziato è compreso negli anni 1065-67. A sostegno, si può ancora ricordare che il De calculatione viene identificato come opera di Pandolfo all’interno di una raccolta di testi databile al tardo sec. XI (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. Ottob. Lat., 1354; Gehl, 1978, pp. 303-307) recante tra gli altri il Lexikon prosodiacum, il De longitudine et brevitate principalium sillabarum, le Rationes diversarum mutationum, che rispecchiano da vicino l’opera pedagogica e gli interessi grammaticali di uno dei massimi esponenti della scuola cassinese, Alberico (morto non oltre il 1105). Inoltre è significativo che nel De calculatione Pandolfo mostri di aver fatto uso di opere come il trattato di Erigero abate di Lobbes sull’abaco (Regulae numerorum super abacum), e il De computo vel loquela digitorum attribuito a Beda, che sono presenti nel ms. Casin. 189, molto probabilmente databile al 1060-70, non prodotto ma donato in quegli stessi anni a Montecassino, e di cui Pandolfo poté servirsi (Gibson-Newton, 1995, pp. 302 s.).
Pietro Diacono in più ascrive alla penna di Pandolfo (il solo autore che nella seconda metà dell’XI sec. abbia scritto intorno al computo) un considerevole numero di opere («un repertorio davvero ricco» secondo Strecker, 1911, p. 334), alcune delle quali dedicate al calcolo della data di Pasqua, del ciclo solare, di quello lunare, dei solstizi, degli equinozi, del plenilunio, degli anni dalla creazione del mondo, sebbene sia difficile stabilirne la reale entità e la successione cronologica.
La personalità storica di Pandolfo è valutabile nella sola prospettiva del De calculatione, il cui testo è intriso di esigenze essenzialmente didattiche, in linea con gli interessi della scuola cassinese nella seconda metà del sec. XI. Gli stessi destinatari dell’opera, in particolare i fanciulli (parvuli) – come si legge nell’esordio – postulano il metodo elementare (quantum humilius) scelto dall’autore, il cui obiettivo è costantemente quello pedagogico. Finalizzata allo studio del computo, aritmetica, musica, geometria e astronomia – come si sottolinea ancora nel prologo – la scienza che Pandolfo espone è simboleggiata non a caso, in una illustrazione presente nel manoscritto, da un personaggio recante tra le mani l’abaco, identificabile tanto con un maestro quanto con un discepolo (Vat. Ottob. lat., 1354, c. 55v).
Non sono note la data e le circostanze della morte di Pandolfo, sebbene in base ai dati cronologici stabiliti da Pietro Diacono si possa concludere che egli sia deceduto non prima del 1081 e non oltre il 1118.
Fonti e Bibl.: N. Toppi, Biblioteca napoletana et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno, delle famiglie, terre, città e religioni che sono nello stesso Regno, dalle loro origini per tutto l’anno 1678, Napoli 1678, p. 193; E. Gattola, Historia abbatiae Cassinensis per saeculorum seriem distributa, Venezia 1733, p. 187; G.B. Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel regno di Napoli, II, Napoli 1748, pp. 266-268; J.A. Fabricius, Bibliotheca Latina mediae et infimae Latinitatis cum supplemento Christiani Schoettgenii, V, Padova 1754, p. 193; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, III, Roma 1783, p. 298; P. Napoli Signorelli, Vicende della coltura nelle due Sicilie dalla venuta delle colonie straniere sino a’ nostri giorni, V, Napoli 1811, p. 267; G. Grossi, La scuola e la bibliografia di Monte Casino. Saggio istorico, Napoli 1820, p. 73; B. Veratti, De’ matematici italiani anteriori all’invenzione della stampa. Commentario storico, Modena 1860, p. 14; A. Caravita, I codici e le arti a Monte Cassino, I, Monte Cassino 1869, p. 160; L. Tosti, Storia della badia di Montecassino, I, Roma 1888, p. 209; U. Ronca, Cultura medioevale e poesia latina d’Italia nei secoli XI e XII. Memoria premiata dalla R. Accademia dei Lincei, II, Roma 1892, pp. 12 s.; K. Strecker, Zu den komputistischen Rhythmen, in Neues Archiv, XXXVI (1911), pp. 333 s.; A. Cordoliani, Le comput ecclésiastique à l’abbaye du Mont-Cassin au XIe siècle, in Anuario de Estudios Medievales, III (1966), pp. 65-89, specialmente pp. 72-82; R. Hüls, Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms, 1049-1130, Tübingen 1977, p. 216; P.F. Gehl, Vat. Ottobonianus lat. 1354: Apropos of Catalogue Notices and the History of Grammatical Pedagogy, in Revue d’histoire des textes, VIII (1978), pp. 303-307; H.E.J. Cowdrey, The Age of Abbot Desiderius. Montecassino, the Papacy, and the Normans in the Eleventh and Early Twelfth Centuries, Oxford 1983, pp. 25, 73; C.A. Gibson - F. Newton, Pandulf of Capua’s “De calculatione”: an Illustrated Abacus Treatise and some Evidence for the Hindu-Arabic Numerals in Eleventh-Century South Italy, in Mediaeval Studies, LVII (1995), pp. 293-335; M. Dell’Omo, Le tre redazioni dell’‘Autobiografia’ di Pietro Diacono di Montecassino (Codici Casin. 361, 257, 450). Contributo alla storia della cultura monastica medievale, in Florentissima Proles Ecclesiae. Miscellanea hagiographica, historica et liturgica Reginaldo Grégoire OSB XII lustra complenti oblata, Trento 1996, p. 195; Id., Da Paolo Diacono a Pietro Diacono: Montecassino medievale e la tradizione classica, in Virgilio e il Chiostro. Manoscritti di autori classici e civiltà monastica, (catal.) a cura di M. Dell’Omo, Roma 1996, p. 58 (rist. in Id., Montecassino medievale. Genesi di un simbolo, storia di una realtà. Saggi sull’identità cassinese tra persone, istituzione, consuetudini e cultura, Monte-cassino 2008, p. 166); F. Newton, Gli abati Desiderio e Oderisio I e la cultura classica a Mon-tecassino, ibidem, p. 85; M. Dell’Omo, Montecassino. Un’abbazia nella storia, Montecassino, 1999, pp. 238, 247; F. Newton, The Scriptoriumand Library at Monte Cassino, 1058-1105, Cambridge 1999, pp. 47, 275, 366; Repertorium Fontium Historiae Medii Aevi, VIII, Roma 2001, p. 470; I codici decorati dell’archivio di Montecassino, III. Tra Teobaldo e Desiderio, a cura di G. Orofino, Roma 2006, pp. 17 s., 86; F. Bognini, Un inedito trattato retorico-grammaticale dalla scuola di Alberico di Montecassino: le “Rationes diversarum mutationum” (Vat. Ottob. lat. 1354, ff. 90v-95r), in Studi Medievali, s. 3, XLIX (2008), pp. 191 s.; N. Ambrosetti, L’eredità arabo-islamica nelle scienze e nelle arti del calcolo dell’Europa medievale, Milano 2008, p. 257; M. Dell’Omo, “Aureum patris Desiderii saeculum”. Cultura e letteratura a Montecassino nel secolo XI, in Il mondo delle scuole monastiche, XII secolo. Figure del pensiero medievale, III, a cura di I. Biffi - C. Marabelli, Milano-Roma 2010, p. 65.