CONTARINI, Pandolfo
Figlio di Marino di Alessandro, del ramo di S. Sofia, appartenente al patriziato, e di Francesca di Caterino Greci, nacque a Venezia il 6 aprile 103 (la data di nascita, così insolitamente precisa, almeno per un protagonista non certamente di primissimo piano nell'ambito della vita politica e diplomatica veneziana, è indicata nella prova d'età dallo stesso fornita agli avogadori di Comun il 30 giugno 1445: Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, Prove d'età per patroni di galere e altre cariche, reg. 178, ad a. et d.).
Tra gli omonimi coevi, un Pandolfo figlio di Albano, nato intorno al 1400, provato in Maggior Consiglio nel 1418, consigliere di Creta nel 1443 e Pregadi nel 1456.
Il padre, podestà e capitanio a Napoli di Romania e successivamente ad Argos, si era sposato nel 1406 con Francesca Greci, figlia di Caterino, e il C. fu, quasi certamente, l'unico loro figlio maschio, o forse il solo a raggiungere la maggiore età. Unitosi in matrimonio nel 1439 con Laura Dolfin, figlia di Bertucci, il C. ebbe almeno otto figli maschi, Gerolamo, Francesco, Bertucci, Andrea, Alessandro, Fantino, Alvise, Marino e due femmine, Contarina e Crispina.
Gli anni della sua giovinezza, non diversamente da quanto avveniva per molti altri esponenti del patriziato, si svolsero all'ìnsegna dell'attività mercantile (si hanno infatti notizie di un suo viaggio nei primi mesi del 1438 a Costantinopoli e oltre, nella muda di Romania), appaltando una delle tante galee che la Repubblica metteva allora a disposizione dei cittadini, oppure partecipando con una propria quota a imprese commerciali assunte in prima persona da altri. Dopo aver toccato gli empori del Mar Nero nella muda della Tana, fu nel 1445 patrono (armatore) di galea nella muda di Alessandria, mentre il 18 febbr. 1447 (1446 more veneto) sottoscriveva una quota del carico della nave di Andrea Bragadin di Fantino, patrono di galea nella muda di Barbaria.
Entrato in Maggior Consiglio nel 1438, fu nel 1440 capo sestiere, nel 1441 giudice del Mobile, nel 1442 ufficiale alle Beccarie e dal 2 nov. 1449 castellano a Padova.
Le prime tracce della sua attività diplomatica risalgono al 1451 quando fu inviato oratore straordinario alla Repubblica di Siena - che partecipava alla lega contro Francesco Sforza, da poco duca di Milano, insieme con Venezia, il duca Ludovico di Savoia, il marchese.Giovanni IV di Monferrato ed il re Alfonso V di Aragona - col compito di spingere i Senesi a far guerra a Firenze, ormai in aperto contrasto con la Serenissima per il suo allineamento alla politica sforzesca a causa di quel rovesciamento delle alleanze provocato da Cosimo de' Medici che poneva fine alla tradizionale coincidenza di interessi tra Veneziani e Fiorentini.
Nel 1452, assieme con molti altri patrizi, egli fece parte della delegazione veneziana inviata all'imperatore Federico III d'Asburgo e all'imperatrice "... Eleonora, sua sposa, figliola del re di Portogallo, per complimentarlo e servirlo nel suo ritorno da Roma, dopo la sua incoronazione" (Arch. di Stato di Venezia, Miscellanea Codici, I, Storia veneta, 74, cc. 75-75v).
Tra il novembre del 1452 e il dicembre del 1453 fu oratore a Giovanni IV Paleologo, marchese di Monferrato, con una notevole disponibilità di denaro e il compito di spronarlo nella sua azione di disturbo nei confronti di Francesco Sforza e di verificare contemporaneamente l'opportunità di assoldare truppe, al comando dei fratello dello stesso marchese, Guglielmo, da impiegare nella guerra che da tempo ormai opponeva Venezia al duca di Milano e che si sarebbe conclusa solo con la pace di Lodi (1454). Il C. doveva al tempo stesso, procurandosi degli opportuni abboccamenti ad Asti, cercare di appurare le intenzioni del re di Francia Carlo VII, e capire i suoi disegni italiani in relazione anche alle offerte a suo tempo fattegli dalla Repubblica veneziana in ordine a una eventuale spartizione dei Milanese.
Ancora oratore a Siena dall'agosto del 1455, essendo successo a Francesco Contarini, fu dal 1° febbr. 1458 (1457 more veneto) al maggio del 1459 consigliere di Quaranta, prima in Quarantia civile poi in criminale, secondo la consuetudine, divenendone il 28 genn. 1459 (1458 more veneto) uno dei tre capi. Le genealogie del Barbaro lo vogliono anche pregadi, ma tale notizia per le lacune di talune serie archivistiche non può trovare conferma nelle fonti ufficiali.
L'ultima notizia relativamente sicura intorno al C., e tale da autorizzarci a ritenerlo ancora vivo, sembra consistere in una lettera dallo stesso indirizzata il 29 ag. 1464 da Venezia a Francesco Sforza, in cui, a detta del Pastor, egli, alla morte del pontefice, ricorda di essere stato facile profeta nel predire l'inevitabile fallimento dei preparativi della crociata contro il Turco voluta da Pio II.
La morte del C. sembra sia da collocarsi tra il settembre del 1464 e il giugno del 1466; nel proprio testamento presentato il 21 giugno del 1466 al notaio Nicolò Avanzo, la moglie Laura afferma, infatti, di essere vedova e di voler venire sepolta a SS. Giovanni e Paolo, nell'arca dove si trova il corpo del marito.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. Codici, I, Storia venera, 18:M. Barbaro, Arbori de' patritii veneti, II, pp. 487. 514;Ibid., Misc. Codici, I, Storia venera, 25:G. Priuli, Genealogie famiglie nobili, II, pp. 1474-1477;Ibid., Misc. Codici, I, Storia venera, 74:P. Gradenigo, Mem. istorico-cronolog. spettanti ad ambasciatori dellaSer.ma Rep. di Venezia spediti a vari Principi, cc. 75-75v, 389v;Ibid., Misc. Codici, III, Codici Soranzo, 31: G. A. Cappellari Vivaro, Campidoglio veneto, I, p. 800; Ibid., G. Giorno, Indice dei matrimoni patrizi per nome di donna, I, pp. 397, 535;Ibid., Avogaria di Comun, Balla d'oro, rr. 162/1, c. 35; 163/2, c. 125; Prove d'età per patroni di galere e altre cariche, r. 178, ad annwn et diem;Ibid., Cancell. inferiore, Notai bb. 7-8, Atti Avanzo Nicolò, c. 28v;Ibid., Collegio: Notatorio, reg. 9, cc. 174, 177;Ibid., Maggior Consiglio, Deliberazioni. Liber Regina, reg. 23, c. 21v;Ibid., Segretario alle voci, Misti, reg. 4, cc. 18, 39v, 40v, 67, 83;Ibid., Senato, Secreta, reg. 18, cc. 175, 184, 186v, 224, 231; reg. 20, c. 67v; Ibid., Senato, Terra, reg. 3, c. 20; P. M. Perret, Histoire des relatiom de la France avec Venise, Paris 1896, I, pp. 267 s.; L. von Pastor, Storia dei papi, Roma 1932, 11, p. 274.