PANDIONE (Πανδίων)
Mitico re attico che figura nelle liste dei più antichi sovrani di Atene tra Cecrope ed Eretteo. Gli era riservato un culto sull'Acropoli e una delle tribù attiche, la Pandionìs, lo riconosceva eroe eponimo. Ugualmente uno hieròn di P. si aveva a Megara. Statue dell'eroe attico sono ricordate nell'agorà di Atene, presso la thòlos, e a Delfi accanto a quelle di Cecrope e di Eretteo (Paus., i, 5, 34; x, 10, 1). Una iscrizione su un plinto fa presumere una simile immagine a Roma (Bull. Com., xvi, 1888, 488).
Rare sono invece e spesso problematiche le figurazioni di P. giunte sino a noi. In effetti la figura del re attico è piuttosto quella di un antenato, di un patriarca che rappresenta un importante anello dinastico, piuttosto che una personalità autonoma con un proprio rilievo e un carattere preciso. Che al più una luce di riflesso gli viene conferita dal fatto di esser padre di Procne e Filomela e secondo altri di Butes, di Kephalos e anche di Procri. P. avrà quindi esistenza come uno di quei numerosi re o autorevoli patriarchi che assistono alla partenza di giovani eroi nella ceramografia attica matura. Così una incerta iscrizione sembra indicarlo nella notissima anfora del Pittore di Syleus a Bruxelles (R 303) accanto a Teseo impegnato nella lotta contro il toro di Maratona.
Di tutt'altro carattere sono invece le figurazioni di P. nella tarda ceramografia attica sullo scorcio estremo del V sec. a. C. Così in un cratere a campana del Pittore del Deinos nel museo di Siracusa (n. 30720) P. è un romantico giovane eroe in partenza da casa: mentre in una oinochòe di Palermo assegnata al Pittore di Eretria il nome è apposto accanto alla figura di un giovane imberbe contrapposto a una donna designata come Procne in una relazione che sarebbe più legittimo attendere per il vero partner di questa eroina, Tereo.
Bibl.: Roscher, III, 1897-909, p. 1516, s. v.; B; J. D. Beazley, in Am. Journ. Arch., XXXIX, 1935, p. 487; Stein, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1949, c. 513, s. v.; Fr. Brommer, in Charites, Bonn 1957, p. 201 ss.; id., Vasenlisten, Marburg 1960, p. 197.