pandemia
Malattia dovuta a un agente infettivo che si diffonde in una zona molto vasta in diverse aree del mondo. Solitamente, una malattia supera lo stadio epidemico divenendo pandemica quando ha un’elevata trasmissibilità nella specie umana e viene a contatto con popolazioni che precedentemente non avevano contratto quell’infezione. Quando si verifica quest’ultima condizione, la pandemia può essere estremamente grave per la mancanza di difese immunitarie adeguate negli individui. Va inoltre ricordato che gran parte delle pandemie (e in particolare quelle influenzali) sono spesso nate da popolazioni di animali colpiti da malattie che hanno poi infettato l’uomo con agenti che, con mutazioni successive, sono in grado di essere trasmessi da uomo a uomo. Tra le pandemie più note che hanno raggiunto anche l’Europa, vanno ricordate la grande pestilenza del XIV sec., le ripetute epidemie di colera nel XIX sec., nonché l’epidemia di influenza ‘spagnola’ che si è diffusa tra il 1918 e il 1919, con una stima di ca. 25 milioni di morti. Vi sono tuttavia pandemie che sono ormai storicamente stabili nelle nostre società, quali quelle legate all’HIV e alla tubercolosi, che per quanto abbiano un’espansione a velocità relativamente ridotta, sono diffuse in quasi tutto il pianeta. I rischi di nuove pandemie simili all’influenza spagnola del 1918 sono legati principalmente a due fattori: all’emergere di virus nuovi e all’insorgere di resistenza ai farmaci di agenti infettivi già esistenti. Il primo caso è illustrato dagli esempi della SARS (Severe acute respiratory sindrome) – che nel 2003 ha fatto temere la diffusione mondiale dell’infezione, soprattutto a causa della mobilità delle persone – e dell’influenza aviaria dovuta al virus H5N1 (simile al virus dell’influenza spagnola, una cui possibile mutazione che consenta il contagio da uomo a uomo potrebbe scatenare una pandemia con una stima di ca. il 20% della popolazione mondiale colpita). La resistenza ai farmaci è invece alla base di infezioni con ceppi di tubercolosi o di altri batteri (per es., Staphylococchus aureus) resistenti alle normali terapie messe in atto. Per la tubercolosi, per es., si deve ora utilizzare un regime di almeno tre farmaci, con un controllo medico piuttosto rigoroso. Per ciò che riguarda altri batteri, sono ormai diversi i casi di infezioni ospedaliere resistenti a numerose classi di antibiotici. Eventuali epidemie scatenate da questi agenti potrebbero risultare estremamente pericolose. Di fronte al pericolo di nuove pandemie, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha attivato un network internazionale di monitoraggio per le diverse fasi delle pandemie (Global outbreak alert and response network, GOARN), seguendo l’agente eziologico sin dal suo emergere prima dell’inizio del contagio da uomo a uomo. Il network, creato nel 2000, si basa su centri sparsi in tutto il mondo in grado di controllare continuamente l’evolversi delle malattie, così che sia possibile reagire in maniera tempestiva con le misure adeguate, fornendo aiuto ai paesi colpiti, evitando la dispersione della malattia, e contribuendo alla rapida ricerca di una terapia.
→ Malattie da prioni e influenza aviaria