PANAMERICANISMO (XXVI, p. 170 e App. II, 1, p. 498)
Con la firma della "Carta di Bogotá" (marzo 1948) il sistema regionale interamericano raggiunse la sua vetta: per la prima volta è stato stabilito un ordinamento giuridico-politico con la partecipazione di tutte le nazioni di un intero continente legate da vincoli di solidarietà basata esclusivamente sul diritto. L'entrata in vigore dello statuto che creava l'Organizzazione degli stati americani (OAS, sigla inglese; OEA, sigla spagnola, portoghese e francese) avvenne formalmente il 13 dicembre 1951 dopo che i due terzi degli stati membri avevano proceduto alla ratifica dell'atto. Ma proprio a Bogotá, dove è scoppiata una rivoluzione mentre erano in corso i lavori della IX conferenza interamericana, si è resa palese la crisi latente che dal dopoguerra minava i rapporti fra l'America latina e gli S. U. A. impegnati in una nuova politica che li costringeva ad accorrere in tutte le parti del mondo. I latino-americani, risentendo i contraccolpi della guerra fredda, vedevano aggravarsi la propria situazione economica senza ricevere dagli S. U. A. quegli aiuti che il panamericanismo, attraverso i suoi ordinamenti, lasciava sperare. Alla conferenza di Bogotá si sono risolti problemi politici e giuridici ma non si sono toccate le questioni riguardanti la cooperazione economica. La delusione dei latino-americani influì sui modesti risultati della Riunione consultiva dei ministri degli esteri americani convocata da Washington preoccupata per la guerra di Corea. Fu allora firmata una semplice "Dichiarazione" (7 aprile 1951) di solidarietà contro il "comunismo internazionale".
Patrocinata dall'OAS venne firmata il 14 ottobre 1951 la "Carta di San Salvador" che dava vita all'Organizzazione degli stati centroamericani (ODECA), sistema regionale fra cinque stati dell'America centrale che tendono all'unificazione: Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua.
La X conferenza interamericana (la prima sotto il nuovo regime dell'OAS) ebbe luogo a Caracas (1°-28 marzo 1954) sotto l'insegna della lotta contro il comunismo nelle Americhe, nel particolare momento in cui un regime di sinistra si era insediato nel Guatemala. Dopo lunghi dibattiti veniva approvata (13 marzo) la "Dichiarazione di solidarietà per la conservazione dell'integrità politica degli stati americani contro l'ingerenza del comunismo internazionale", nota come Dottrina di Caracas, che prevede l'applicazione di sanzioni in conformità al Trattato di Rio de Janeiro del 1947. Una riunione eccezionale di tutti i presidenti delle repubbliche americane ebbe luogo a Panamá dove venne firmata una "dichiarazione" (22 luglio 1956) in cui si ribadiva la lotta contro il totalitarismo e la necessità di sviluppare la cooperazione economica allo scopo di elevare il tenore di vita del continente. Grandi speranze aveva suscitato la Conferenza economica di Buenos Aires (14 agosto-4 settembre 1957), che avrebbe dovuto dotare il sistema panamericano di uno strumento di collaborazione economica atto ad eliminare gli attriti e a far scomparire la diffidenza verso gli S. U. A. La riunione concretò le sue fatiche in una "dichiarazione economica" che non modificò la situazione e che destò la più profonda delusione in tutta l'America latina.
Il rilancio del panamericanismo fu dovuto all'iniziativa del presidente del Brasile, J. Kubitschek il quale, prendendo spunto dalla pessima accoglienza avuta nell'America meridionale dal vice presidente Nixon (aprile-maggio 1958), indirizzava al presidente Eisenhower una lettera (28 maggio) in cui chiedeva, in termini perentorî, una revisione dei procedimenti per realizzare gli ideali panamericani. L'iniziativa di Kubitschek, nota come "Operazione panamericana" (OPA), ha avuto ripercussione favorevole in tutti i paesi interessati. All'immediata risposta di Eisenhower seguirono due convocazioni del "Comitato dei 21", l'organo speciale dell'OAS per i problemi economici: la prima a Washington (23 settembre) e la seconda a Buenos Aires (28 aprile 1959): fu riconosciuta l'improrogabile necessità d'intensificare la cooperazione economica e come prima misura fu fondata la Banca interamericana di sviluppo, con un capitale iniziale di un miliardo di dollari. Altre decisioni concrete furono però rinviate alla futura XI conferenza interamericana di Quito. Dopo l'esito vittorioso del movimento rivoluzionario promosso da Fidel Castro, la posizione politica assunta dal Castro, inconsueta nel continente anche per l'appoggio apertamente cercato a Mosca e a Pechino, ha destato non poca perplessità fra i membri dell'OAS. Il grave stato di tensione verificatosi nella zona dei Caribi ha indotto la Repubblica Dominicana, il Nicaragua ed il Panamá a chiedere la convocazione dei ventun ministri degli esteri a Santiago del Chile, dove Cuba e Venezuela furono accusati d'intenzioni aggressive. La Riunione ebbe termine il 18 agosto 1959: furono affidati nuovi compiti alla Commissione interamericana per la pace e approvata una "dichiarazione" che rafforzava i principî fondamentali del panamericanismo. La politica di Fidel Castro si è però urtata contro gli interessi degli S. U. A., per cui i rapporti fra i due paesi risultarono gravemente turbati. D'altro canto il Venezuela accusava il regime di Trujillo di avere organizzato l'attentato (24 giugno 1960) contro la vita del presidente Rómulo Betancourt. Si rese necessario l'intervento dell'OAS che si manifestò mediante due Riunioni consultive dei ministri degli esteri, a San José de Costa Rica, alla prima delle quali (19-21 agosto) spettò il compito di giudicare e condannare la Repubblica Dominicana in conformità al trattato di assistenza reciproca di Rio de Janeiro. Le sanzioni applicate furono: rottura dei rapporti diplomatici e parziale rottura di quelli economici. La seconda Riunione doveva giudicare (22-29 agosto) l'atteggiamento di Fidel Castro e si concluse con una soluzione di compromesso contenuta nella "Dichiarazione di San José de Costa Rica" in cui non vi è alcun cenno alla situazione cubana ma si riafferma il principio del non intervento di uno stato del continente negli affari di un altro stato americano mentre si condanna "ogni ingerenza o minaccia d'ingerenza" delle potenze extra-continentali. Il "Comitato dei 21", convocato a Bogotá il 5 settembre, ha dimostrato un netto cambiamento nell'atteggiamento di Washington verso i problemi economici dell'America latina: alla chiusura dei lavori, il 13 settembre, veniva firmato l'"Atto di Bogotà" che prevede un vasto piano destinato ad elevare il livello di vita dei latino-americani. per l'avvenire dei rapporti interamericani. Con l'avvento dell'amministrazione Kennedy gli S. U. A. si dimostrarono disposti a fare uno sforzo per migliorare e rafforzare i rapporti interamericani che apparivano minati da un profondo senso di sfiducia. Il 13 marzo 1961 il presidente degli S. U. A., preoccupato dalla piega delle vicende cubane e dal progressivo deterioramento della situazione economico-sociale latino-americana, annunziava un suo piano in dieci punti, denominato "Alleanza per il progresso", per lo sviluppo dell'America latina. Tale iniziativa sfociava nella conferenza economica di Punta del Este (Uruguay) promossa dall'OAS (5-17 agosto) conclusasi con l'approvazione della "Carta di Punta del Este" e della "Dichiarazione dei popoli d'America". Fatto sostanziale della conferenza, il programma di interventi pubblici e privati che dovrebbero ammontare, nei primi dieci anni, a venti miliardi di dollari.
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