PANAKTON
Fortificazione attica, conquistata dai Beoti nel 422 a.C. e distrutta dagli stessi prima di essere restituita agli Ateniesi, secondo i termini della pace di Nicia (Thuc., V, 3,5; 18,7; 39,2-3; 42,1).
Cassandro e, in seguito, Demetrio occuparono P. nei decenni successivi alla morte di Alessandro (Paus., I, 25,6; Plut., Demetr., 23). I decreti della guarnigione di Eleusi della seconda metà del III sec. a.C. menzionano la fortezza come una delle basi regolari delle truppe ateniesi e straniere (IG, II2, 1299, 1303, 1305). La sua esistenza non è attestata dopo la guerra contro Filippo V di Macedonia; P. potrebbe essere stata distrutta nelle campagne del 200 a.C. (cfr. Liv., XXXI, 26).
P. fece da scenario al duello tra Xanthos e Melanthos, che fornì l’àition dei giochi ateniesi e ionici delle Apaturie (FGrHist, 4 F, 125; 70 F, 22; 26 F, 1,39; il riferimento alla celebrazione dell'Apaturia da parte della guarnigione di P. in IG, II2, 1289, Il. 29-30, dimostra l'importanza del luogo nell'ideologia ateniese). Anche la tradizione dei Beoti ricordava P. come un luogo importante durante la guerra con gli indigeni Pelasgi (Proci, apud Phot., Bibl., 321b, 32; cfr., FGrHist, 70 F, 119,4). I Beoti riferiscono anche di un'antica disputa con gli Ateniesi riguardante P. che era stata regolata molto prima della guerra del Peloponneso tramite l'accordo di lasciare P. disabitata e di usare il luogo come un pascolo comune (Thuc., V, 42,1).
L'identificazione del sito è stata oggetto di controversia. P. è stata associata alle rovine situate al di sopra del villaggio di Prasino (Kavasala) sul lato SO della piana di Skourta, tra il Parnete e il Citerone, ma è stata anche identificata con i resti ben conservati della fortezza nota come Gyphtokastro nel passo di Kasa del Monte Citerone.
Studi recenti e la scoperta di cinque iscrizioni attiche della seconda metà del IV sec. a.C. (inedite) rendono quasi certa l'identificazione di P. con la fortezza situata sopra Prasino.
I resti di P. sono sulla cima di una collina alta 180 m che domina il villaggio di Prasino dal lato della piana di Skourta, forse da identificare con l'antica Drymòs. La ceramica di superficie dimostra che il periodo di maggiore occupazione risale, come confermano gli scavi, all'epoca classica e pre-ellenistica. La ceramica e le monete sono principalmente attiche: appartengono per lo più al IV e al III sec. a.C.
Si conservano i resti della cinta muraria, il cui corso rimane incerto in molti punti, che in origine aveva una circonferenza approssimativamente di 460 m ed era costruita in blocchi di calcare poligonali sostenenti una sovrastruttura in mattoni crudi. La maggior parte delle rovine visibili all'interno delle mura appartengono a edifici del periodo della dominazione francese del XIV sec., costruiti riutilizzando materiali classici. Sondaggi in profondità confermano la presenza di materiale neolitico e livelli di frequentazione dell'Antico e Tardo Miceneo e del Protogeometrico.
Bibl.: J. Wiesner, in RE, XVIII, 2, 1939, c. 449 s., s.v.; Y. Bequignon, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton (N.J.) 1976, p. 510 s., s.v. Limes Attica, con bibl. prec.; E. Vanderpool, Roads and Forts in Northwestern Attica, in CalifStClAnt, II, 1978, pp. 227-245; M. H. Munn, New Light on Panakton and the Attic-Boiotian Frontier, in Boiotikà. Vorträge vom 5. Internationalen Böotien-Kolloquium, Monaco 1989, pp. 231-244; M. H. Munn, M. L. Z. Munn, Studies on the Attic-Boiotian Frontier: the Stanford Skourta Plain Project, 1985, Amsterdam 1989, pp. 73-127; E. B. French (ed.), Archaeological Reports for 1991-1992, Londra 1992, pp. 29-31; A. Pariente (ed.), Chronique des fouilles en 1991, in BCH, CXVI, 1992, pp. 882-883.