PAMPHILI (o Pamfili)
Nobile famiglia romana, estinta. Secondo genealogie leggendarie, si fa discendere da un Amanzio Pamphili cavaliere carolingio, fermatosi nell'Umbria, e si parla di un Pietro Pamphili tra i riedificatori di Gubbio nel 917 e di altri Pamphili tra i crociati di Goffredo di Buglione. Ma è certo che la famiglia, oriunda di Gubbio e già nobile, si afferma con Iacopo e Francesco, che ottengono nel 1461 da Federico III il titolo di conti del Sacro Romano Impero. La famiglia si trasferisce a Roma con Antonio, protetto da Sisto IV. Il primo grande personaggio fu il nipote (figlio del figlio Camillo) di Antonio, Giovanni Battista che divenne papa col nome di Innocenzo X. Sono di questo periodo la sontuosa villa al Gianicolo e il palazzo in Piazza Navona, dovuto all'architetto Girolamo Rainaldi. Il fratello del pontefice, Pamfilio, si distinse per la sua azione diplomatica alla corte del granduca di Toscana, Ferdinando II, e per essere stato un valente magistrato capitolino. Ma più è noto per la sua moglie Olimpia (v.). Da lei e da Pamfilio nacque Camillo, che nel 1647 rinunciò alla porpora cardinalizia per sposare Olimpia Aldobrandini vedova di Paolo Borghese, assicurando così alla famiglia le grandi ricchezze degli Aldobrandini, tra cui la biblioteca di Clemente VIII, che finì nel Collegio Pamfili (prosecuzione del palazzo di Piazza Navona), illustrata dal cardinale Girolamo Pamphili, grande giurista e dal cardinale Benedetto, buon erudito.
Giovanni Battista, nipote di Camillo, munifico in elemosine e in restauri di chiese, è l'ultimo personaggio notevole. Dopo di lui la famiglia decade e si estingue nel 1760.
Le ricchezze e la primogenitura furono ereditate dalla famiglia Doria Landi; la secondogenitura dai Borghese Aldobrandini. Oltre ai personaggi di cui alla voce doria, ricordiamo Giovanni Andrea Doria Pamphili che sposò Leopolda di Savoia Carignano, da cui nacque quel principe Luigi che, dopo la pace di Tolentino, si rese benemerito della Santa Sede garantendole con ipoteche, prese sul fidecommesso della primogenitura, il prestito d'un milione di scudi.