Palombella rossa
(Italia/Francia 1989, colore, 89m); regia: Nanni Moretti; produzione: Nanni Moretti, Angelo Barbagallo per Sacher/Palmyre; sceneggiatura: Nanni Moretti; fotografia: Giuseppe Lanci; montaggio: Mirco Garrone; scenografia: Giancarlo Basili; musica: Nicola Piovani.
Michele Apicella, un deputato comunista giocatore di pallanuoto, sta attraversando una profonda crisi. Ha perduto la memoria in un incidente stradale e fatica a ricostruire la sua identità politica e privata. Con la sua squadra, il Monteverde, si reca in Sicilia per partecipare a una partita decisiva per le sorti del campionato, contro l'Acireale. Mentre aspetta di entrare in acqua, l'uomo è inseguito da strani personaggi: due fanatici che fanno riferimento a un clamoroso gesto compiuto in televisione e gli offrono dolci a raffica, una giornalista che lo importuna con domande sciocche e superficiali, un credente che tenta di coinvolgerlo nelle sue problematiche di fede, un vecchio amico d'infanzia. Intanto schegge del passato affollano la mente di Michele: il compagno di scuola fascista che, sbeffeggiato e umiliato, prova a spiegare le sue ragioni, la madre che lo costringe a tuffarsi in piscina, i momenti felici dell'infanzia, i primi passi in politica e la fatidica trasmissione televisiva a cui tutti alludono. Intanto l'incontro volge a favore dei padroni di casa, l'allenatore urla geometrie e schemi e alla televisione trasmettono Il dottor Zivago. La squadra di Michele riesce a recuperare e ha l'occasione, all'ultimo secondo, di agguantare il pareggio. Michele si accinge a battere una 'palombella', un tiro insidioso a parabola che può sorprendere il portiere fuori dai pali. In quel momento ricorda che durante una tribuna elettorale si è messo a cantare una canzone di Franco Battiato; quindi rivede il finale del Dottor Zivago senza possibilità di poterlo cambiare, come lui e il pubblico vorrebbero. Finalmente tira il rigore decisivo e lo sbaglia. Deluso, mentre torna a Roma in macchina con sua figlia Valentina ha un altro incidente; non gli resta che tendere le braccia a un simbolico sole rosso, mentre Michele bambino sghignazza.
Considerato il manifesto cinematografico della crisi delle ideologie di sinistra ‒ precede di qualche stagione il cambio di nome del PCI e la profonda mutazione del partito ‒ è il film che consolida l'attenzione della critica internazionale, soprattutto francese, nei confronti di Nanni Moretti. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia come evento speciale della Settimana della Critica, porta al massimo potenziamento quell'uso comico del corpo dell'autore-attore che in tutti i film precedenti guidava l'azione e il racconto; allo stesso tempo fa deflagrare le tematiche e le ossessioni accumulate dalla autobiografia immaginaria del suo cinema (è l'ultimo film in cui conserva il nome del personaggio Michele Apicella, protagonista dei suoi lungometraggi). L'utopia politica e l'agonismo infantile, il rifiuto della volgarità e l'incapacità di adattarsi alle trasformazioni del costume, sono concentrate in un petit théâtre ai bordi di una piscina "in cui nessuno spinge nessuno né cade per disattenzione o per far ridere" (S. Daney).
Unico rifugio da una deriva esistenziale fatta di smarrimento e fastidio è il gioco corale della pallanuoto, in cui rivive sia l'ideale della coesione di un collettivo che il destino ideologico della sconfitta. Del resto, è lo stesso sport che funziona come costante allegoria di questo cinema: Moretti si è specializzato da atleta nel tiro della palombella, perché da giovanissimo la sua anatomia gli consentiva di praticarlo con successo; così il suo cinema, da autodidatta, si è lentamente evoluto attraverso una messa in scena semplice, che ha nell'immagine dello stesso Moretti il proprio punto di forza e il principale motore, fino a trasformarla nel proprio stile. Palombella rossa, in cui quel corpo è esibito nella sua nudità e inermità, è il prodotto più dinamico e complesso di questa estetica, sin dal primo lungometraggio contrassegnata da una ispirazione 'autarchica'. La libertà delle digressioni, la teatralità della scena, il movimento continuo dei corpi ha fatto parlare più di un critico di una sorta di musical 'acquatico', in cui una soggettività esasperata e ipertrofica mette in scena la propria vita, dall'infanzia alla perdita di memoria, dalla militanza politica (oggetto dei primi super8 del regista citati nel film) all'avvento della supremazia dei mass media, cercando di intuirne il senso. Ma l'intento di Moretti, più di quanto lasci supporre il generico fellinismo di questo spartito, non è l'introspezione ma l'affanno del moralista stupefatto dalla inesorabile riluttanza del mondo a desistere dalle proprie aberrazioni e dalla docilità con la quale chiunque, intorno a lui, può abbracciarle senza rigetto.
Più sensibile che negli altri film e più nevrotica delle altre idiosincrasie morettiane è l'attenzione alle forme e all'uso del linguaggio. Il cinema del regista non ha mai cessato di scandalizzarsi per il modo in cui le parole non aderiscono alle cose e le involgariscono; Palombella rossa radicalizza questa ossessione esibendo lo stordimento e il rammarico di una coscienza alle prese con il complotto del linguaggio nei confronti del mondo. Lo spettacolo eroico e ingombrante, psicotico e disvelatore di questa condizione è ciò che rende il film ferocemente straniato e a tratti rabbiosamente estatico. Nelle più belle sequenze del film, quella in cui gli spettatori seguono con ansia in televisione un famoso momento di Doctor Zhivago (Il dottor Zivago, David Lean 1965) e quella in cui gli stessi vengono catturati da I'm on Fire di Bruce Springsteen, si libera senza resistenza quel profondo desiderio di credere a un mondo radicalmente diverso da quello che c'è, dalla cui definitiva estinzione sembrava muovere la crisi del protagonista.
Interpreti e personaggi: Nanni Moretti (Michele Apicella), Asia Argento (Valentina), Silvio Orlando (Mario, allenatore del Monteverde), Mariella Valentini (giornalista), Alfonso Santagata, Claudio Morganti (i due ossessivi), Eugenio Masciari (arbitro), Mario Patanè (Simone, il cattolico), Luigi Moretti (sindacalista), Fabio Traversa (vecchio amico), Antonio Petrocelli (fascista), Imre Budavari (se stesso), Mauro Maugeri (allenatore dell'Acireale), Giovanni Buttafava (psicoanalista, 'santone' dell'arbitro), Raoul Ruiz (teologo, 'santone' di Simone), Remo Remotti (ex atleta, 'santone' di Mario), Mario Schiano (giornalista alla tribuna politica televisiva), Gabriele Ceracchini (Michele bambino), Luisanna Pandolfi, Marco Messeri (genitori di Michele bambino), Franco Bernini, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti.
Yung., Palombella rossa, in "Variety", September 27, 1989.
F. La Polla, Palombella rossa, in "Cineforum", n. 288, ottobre 1989.
M. Martin, Nanni Moretti, un amuseur qui fait souffrir, in "La revue du cinéma", n. 454, novembre 1989.
F. Bo, La massa è sfinita, in "Filmcritica", n. 399, novembre 1989.
S. Toubiana, Le regard moral, in "Cahiers du cinéma", n. 425, novembre 1989.
Th. Jousse, Le corps du défi, in "Cahiers du cinéma", n. 426, décembre 1989.
P. Pernod, Michele, le monde a besoin d'égotistes comme toi, in "Positif", n. 346, décembre 1989.
S. Daney, L'exercice a été profitable, monsieur, Paris 1993 (trad. it. Milano 1997).