ALTOVITI, Palmieri
Figlio di Arnaldo e di Fioretta Bardi, vissuto nel sec. XIV, sposò nel 1372 Gismonda degli Alberti e in seconde nozze Lisa Sapiti. Il suo primo incarico politico sembra sia stato quello di ambasciatore a Pisa, nel 1374. Nel 1378 fu tra i cittadini fiorentini nominati al grado equestre, dopo il tumulto dei Ciompi, dallo stesso popolo minuto. Ma la sua opera più notevole, come politico, e soprattutto in qualità di ambasciatore, sembra legata all'ostilità cli Firenze con iVisconti. Nel 1381 e 1382 fu inviato a Perugia, e due anni dopo ambasciatore di "complimento" a Rimini alle nozze di Pandolfo Malatesta, e poi a Bologna. Capitano di parte guelfa nel 1385,trattò la compra di Arezzo, e fu nuovamente ambasciatore a Bologna, a Pisa e a Lucca, e nel 1387 presso gli Alidosi, signori di Castel del Rio e di Imola. Podestà di Rimini nel 1387 (lo era stato anche di Città di Castello, nel 1383), trattò nello stesso anno la pace fra il marchese di Ferrara e gli Anziani di Bologna; ritornò poi a Rimini per invitare i Malatesta nella lega contro Gian Galeazzo Visconti e si recò a Venezia per sollecitare la Repubblica ad interporsi tra le Signorie di Padova e di Milano. Fu di nuovo a Venezia nel 1389 (e poi, per gli stessi motivi, a Bologna, dove compì un'analoga ambasceria anche l'anno seguente) per trattare un'alleanza contro i Visconti. E quando Firenze, nella guerra contro Gian Galeazzo, dové tassare straordinariamente i suoi cittadini per sostenere le spese militari, l'A. prestò al Comune 10.000 formi senza interesse. Era stato podestà di Ascoli nel 1390 e fu priore delle Arti nel 1391. Fu ancora ambasciatore a Bologna e a Imola nel 1392 e per due volte nel 1394 presso i capitani di ventura che infestavano la Toscana, per indurli a rispettare il territorio senese. Nel 1395 fu inviato a Milano per congratularsi col Visconti creato duca. Andò poi oratore a Bologna e fu vicario della Romagna toscana. Pare sia stato di nuovo a Milano nel 1396.
Riprese le ostilità col Visconti, fu inviato ambasciatore a Roma per cercare aiuti e concluse la lega tra Bologna, Padova, Mantova e Venezia. Morì poco dopo, il 26 nov. 1396.
Fonti e Bibl.: Cronache dei secoli XIII e XIV, Firenze 1876, p. 523; Cronaca fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani, in Rer. Italic. Script.2 ediz., XXX, 1, a cura di N. Rodolico, p. 324; Le relazioni tra la Repubblica di Firenze e l'Umbria nei secoli XIII e XIV, a cura di G. Degli Azzi Vitelleschi, II, Perugia 1909, p. 173; Il tumulto dei Ciompi. Cronache e Memorie, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XVIII, 3, a cura di G. Scaramella, pp. 74, 86, 109, 145; S. Ammirato, Istorie fiorentine, V, Firenze 1824, pp. 196, 340, 351; L. Passerini, Genealogia e storia della famiglia Altoviti, Firenze 1871, pp. 130-133; G. Capponi, Storia della Repubblica di Firenze, I, Firenze 1875, p. 402.