PALMETTA
Ornamento d'ispirazione vegetale, composto di un numero generalmente dispari di lobi o petali, da un minimo di tre ad un massimo non precisabile (15, 17, 19 ecc.), disposti a ventaglio ed aventi per base un bottone o un archetto, tondo o a sesto acuto, e collocato spesso tra due volute. Secondo le ultime ricerche, la p. trae origine dalla cultura cretese dei primordi del II millennio a. C.; dall'isola di Creta fu tramandata, durante lo stesso millennio, al prossimo Oriente, ove veniva specialmente usata nell'arte assira, fenicia e cipriota, e da dove fu introdotta, nel VII sec. a. C., in Grecia.
Nel mondo della cultura greca e grecizzante, la p. divenne l'ornamento preferito, adoperato sia quale elemento indipendente, sia combinato in varî modi con fiori di loto e con nastri a volute. Isolata, ergentesi da un paio di volute e qualche volta combinata anche con un fior di loto pendente, la p. veniva specialmente adoperata in forma plastica per coronare i frontoni e talvolta anche il colmo del tetto dei templi, per formare gli ornamenti terminali degli embrici lungo la gronda dei tetti, e, per ornare la cima delle stele funerarie (cfr. acroterio; antefissa). Nell'architettura protoionica e ionica, piccole p. si trovano regolarmente inserite negli angoli formati dalle volute dei capitelli. Più larga applicazione ebbe la p. nel cosiddetto anthèmion, costituito da una serie semplice o doppia di palmette e di fiori di loto alternantisi e collegati da nastri a volute, usati talvolta anche per circoscrivere le palmette. Tali anthèmia, dipinti o eseguiti a rilievo policromo, venivano usati nell'architettura greca per ornare specialmente le cornici e le sime, i capitelli delle ante, e qualche volta anche il collo della colonna ionica, sotto il capitello. Nell'architettura templare etrusco-italica si notano pure moltissimi fregi ornamentali, composti di lastre di terracotta a rilievo dipinto e costituiti, per lo più, da p. combinate tra di loro, o con fiori di loto, in disegni variatissimi derivati, in forme più o meno rimaneggiate, dall'arte greca (cfr. terracotta).
Con la creazione dello stile corinzio, e con la sua predominanza nell'architettura ellenistica e romana,, la p. venne ad occupare un posto più modesto rispetto all'ornamentazione a foglie e steli d'acanto, o assunse qualche volta forme ad essa rassomiglianti. Nella ceramica dipinta, di origine ionica, corinzia, attica, italiota, etrusca e falisca, la p. costituisce l'ornamento più cospicuo, usata specialmente insieme con caulicoli e fiori di loto, per formare la decorazione sotto o intorno i manici dei vasi, nonché i fregi che decorano il collo, le spalle e la parte bassa dei medesimi, o che servono ad inquadrare le rappresentazioni figurate. Lo stesso vale, più o meno, per i vasi ed altri recipienti di bronzo e di argento (anfore, situle, ecc.) che, per la forma o per la decorazione si avvicinano più o meno ai prodotti della ceramica. Anche in altri prodotti della toreutica e dell'oreficeria (specchi, candelabri, collane, orecchini, ecc.) l'ornamento a p. vanta un'assai larga rappresentanza. Nei prodotti dell'arte orientalizzante del VII sec. a. C., la p., se, non composta di tre lobi soli, si presenta generalmente di forma tondeggiante, essendo costituita da un numero talvolta assai grande di petali fitti, corti, arrotondati, di grandezza eguale o quasi. Col passar del tempo - e già durante il periodo arcaico - cominciano a svilupparsi altri tipi: p. di marcata simmetria ottenuta per mezzo di petali gradualmente allungantisi verso quello centrale più alto di tutti; p. a petali cordonati; a petali separati da steli sottili o da punte di freccia, a petali arrotondati intramezzati da altri appuntiti, a petali leggermente ricurvi, ecc. Dopo il periodo dell'arcaismo, le p. assumono generalmente forme meno compatte, più leggiadre, con petali più sottili e più spaziati, spesso appuntiti e curvantisi all'infuori o verso il petalo centrale sempre rigido, talvolta incavati o provvisti di nervi mediani. Si notano anche p. dimezzate ed ornamenti composti di due mezze p. collocate con i petali ad incontro o in modo di formare un'intera p. senza petalo centrale; palmette a petali ricurvi a guisa di conchiglia; p. a doppia serie di petali, normali e più corti, uscenti dalla medesima base; palmette combinate con steli e foglie di acanto o trasformate sotto l'influsso di tale decorazione: p. rappresentate prospetticamente, ecc.
Bibl.: M. Schede, Antikes Traufleisten-Ornament, Strasburgo 1909; M. Meurer, Vergleichende Formenlehre des Ornamentes und der Pflanze, Dresda 1909; A. D. F. Hamlin,A History of Ornament, Ancient and Medieval, Londra 1916; P. Jacobsthal, Ornamente griechischer Vasen, Berlino 1927; H. Möbius, Die Ornamente der griechischen Grabelsten, Lipsia 1929; A. Andrén, Architectural Terracottas from Etrusco-Italic Temples, Lund 1939-40.