PALLORE (fr. paleur; sp. palor; ted. Bleichsucht; ingl. pallor)
È il sintomo più appariscente che si manifesta a carico della pelle e delle mucose visibili (labbra, congiuntiva) nelle forme di anemia, e indica il più spesso una deficienza della sostanza colorante del sangue, dell'emoglobina. Il pallore può essere mascherato da abnormi colorazioni cutanee, come avviene negli stati itterici e nella cianosi; si può avere anche essendo normale il tasso emoglobinico del sangue, quando esistano condizioni particolari di scarso sviluppo del sistema vasale-capillare della cute, oppure di abnorme spessore degli strati cutanei più superficiali, così da esserne diminuita la trasparenza (pseudo-anemie). Si distinguono stati di pallore transitorio da abnorme ripartizione del sangue nei varî distretti vascolari, dipendente da influenze nervose, da fugaci restringimenti vasali della cute (pallore emotivo o angiospastico), e stati di pallore permanente, dovuti a reale deficienza dell'emoglobina e dei globuli rossi nella massa sanguigna. Il pallore nelle varie forme di anemia (da emorragie profuse acute, da emorragie continuate, da malattie infettive acute e croniche, da intossicazioni esogene ed endogene, da affezioni degli organi formatori del sangue, da parassiti) assume caratteri diversi a seconda della malattia fondamentale; nella clorosi ha un aspetto simile a quello dell'alabastro, nelle anemie cosiddette emolitiche s'accompagna a una tinta giallognola, nelle anemie da carcinoma spesso è sopra un fondo terreo, quasi grigiastro. Il pallore, in condizioni non decisamente morbose, si osserva negli adolescenti, specie all'epoca puberale, quando si trovino in fasi di rapida crescita in lunghezza, così da aversi transitorie disarmonie fra l'accrescimento in senso longitudinale dello scheletro e l'accrescimento degli organi interni (pallore da crescenza), nei soggetti obbligati a soggiornare in ambienti scarsamente illuminati e poco aerati (anemia da camera, anemia degli scolari).