pallanuoto
Resistenza e acquaticità
La pallanuoto è un gioco sportivo che associa il nuoto al gioco del pallone e richiede ai suoi giocatori eccellenti qualità natatorie, oltre a doti particolari di resistenza per lottare per il possesso della palla o per divincolarsi dall’avversario
Uno sport si distingue dai giochi tradizionali per l’universalità delle regole, ovvero un gioco viene considerato sport quando le regole sono accettate e applicate ovunque da tutti i praticanti.
Da questo punto di vista la pallanuoto è uno dei giochi sportivi più antichi: le prime regole, infatti, sono state stabilite in Gran Bretagna nel 1855 tra due club, il Portsmouth e il Birmingham Leander, e poi unificate a livello nazionale qualche anno dopo.
Ogni anno, dal 1891, una partita di pallanuoto oppone l’università di Oxford a quella di Cambridge: pur non essendo molto seguita all’estero, in Gran Bretagna questa sfida viene invece considerata importante quasi quanto la celebre Boat race – la gara di canottaggio – e la Varsity match – la partita di rugby – che si svolgono tra queste stesse università, rispettivamente a partire dal 1856 e dal 1872.
La pallanuoto maschile è anche il primo gioco di squadra a essere stato inserito nel programma olimpico (Olimpiadi) nel 1900, a Parigi. Il torneo femminile è stato invece ammesso solamente nel 2000 ai Giochi olimpici di Sydney a seguito delle insistenze della squadra australiana, che poi si aggiudicò la medaglia d’oro.
Sono diverse le partite emozionanti rimaste nella memoria sportiva, ma una in particolare va ricordata, anche se esula dalla storia della pallanuoto in senso stretto. Si tratta della semifinale olimpica tra Ungheria e Unione Sovietica giocata a Melbourne nel 1956, poche settimane dopo l’invasione sovietica della stessa Ungheria. L’incontro fu vinto dall’Ungheria con il punteggio di 4 a 0 ma venne sospeso poco prima dello scadere dell’ultimo minuto tanta era la violenza dei giocatori. La squadra ungherese vinse comunque il torneo olimpico.
Una partita di pallanuoto si svolge tra due squadre di 7 giocatori in acque calme, normalmente in piscina, con un’area di 30 x 20 m (25 x 17 per le donne) e una profondità di almeno 1,80 m. Durante la partita i giocatori devono nuotare, senza mai camminare sul fondo della piscina o appoggiarsi ai bordi, e cercare di lanciare, con una mano sola, il pallone nella rete avversaria. La rete è relativamente piccola: larga 3 m e alta 90 cm dalla superficie dell’acqua.
Per poter vedere e seguire il pallone i giocatori usano una battuta particolare, detta rana-gamba (che è il movimento rotatorio delle gambe usato dai ranisti), con la quale riescono a mantenersi in assetto costante in acqua; con un forte colpo di reni e l’aumento della frequenza di battuta delle gambe possono sollevarsi per prendere il pallone o lanciarlo.
Si dice che un giocatore di pallanuoto deve avere la precisione di lancio di un lanciatore di baseball, la spinta verticale di un pallavolista, la tenacia di un giocatore di hockey, la resistenza di uno sciatore di fondo e un senso della strategia degno dei più abili giocatori di scacchi.
Questi i requisiti del giocatore ideale che vanno ad aggiungersi a quelli fondamentali: oltre a essere un buon nuotatore, infatti, il pallanuotista deve avere una spiccata ‘acquaticità’ – deve cioè sapersi muovere con disinvoltura in acqua – e sviluppare un ottimo controllo del pallone in quanto, per regolamento, questo deve essere maneggiato con una mano sola.
L’Italia vanta una lunga tradizione nella pallanuoto, in particolare in Liguria e in Campania, ma anche a Roma, dove si giocava nei laghetti di Villa Borghese già nei primi anni del Novecento.
La nazionale maschile, soprannominata Settebello, e quella femminile, detta Setterosa, fanno parte dell’élite mondiale con diverse vittorie e piazzamenti nei campionati mondiali ed europei. Vanno ricordati i tre ori olimpici della squadra maschile (Londra 1948; Roma 1960; Barcellona 1992) e quello recente della squadra femminile (Atene 2004).