PALLANTIO (Παλλάντιον, Pallantium)
Antichissima città greca dell'Arcadia, nel distretto di Menalia, a SO. di Tegea e a NO. di Mantinea, di cui esistono ancora rovine sulla strada fra Tripoli e Leontári, sopra una pendice del Bóreion, a un quarto d'ora da Makrí. Fondata, secondo la tradizione, da Pallante, figlio di Licaone, da essa Evandro sarebbe mosso per la colonizzazione del Lazio, e ne avrebbe tratto il suo nome il colle Palatino. È per tale ragione che Pallantio, decaduta all'importanza di un povero villaggio dopo la fondazione di Megalopoli (c. 370 a. C.) nella quale era immigrata la maggior parte dei suoi abitanti, fu restituita al grado di città da Antonino Pio, ottenendo l'autonomia e l'esenzione dalle tasse; tuttavia la città romana, di cui si riscontrano resti ai piedi del colle dell'acropoli ellenica, non raggiunse mai una grande floridezza. Il periegeta Pausania descrive in essa il santuario degli "dei puri" sull'acropoli, un tempio di Demetra e di Core, e statue di Pallante, d'Evandro e di Polibio.
Bibl.: E. Curtius, Peloponnesos, I, Gotha 1851, pagina 262 segg.