PALICI (Παλικοί, Palici)
Coppia di divinità gemelle, onorate nella parte orientale della Sicilia antica dove, nell'odierna Piana di Catania, avevano il loro santuario di cui ci parla Diodoro, narrando dei crateri dai quali sgorgavano acque, evidentemente sulfuree, che perennemente ribollivano. Questi crateri, presso i quali sembra che sorgessero are e sontuosi portici, s'identificherebbero con l'odierno lago Naftia, nei pressi di Palagonia, anziché, come altri supposero, con le cosiddette Salinelle presso Paternò.
Il santuario dei Palici era luogo di giuramenti solenni, dei quali gli autori antichi ci descrivono il singolare procedimento, nonché le pene che toccavano agli spergiuri: la morte o la cecità. Il santuario aveva anche carattere d'oracolo e infine rappresentò un asilo per gli schiavi maltrattati, che spesso erano indigeni. Così si spiega come questo luogo di culto ebbe un'importanza politica e costituì il centro del movimento nazionale all'epoca di Ducezio, nella rivolta degli schiavi del 204 a. C. e nella seconda guerra servile. I P. erano divinità ctonie, cioè erano i demoni delle suddette fonti sulfuree e il loro culto aveva le sue radici nella venerazione delle forze della natura. I Greci rilevarono un'analogia tra queste divinità e i Cabiri, analogia che espressero con la tradizione della comune discendenza da Efesto. Talora però li dissero figli di Zeus e di una ninfa Talia (o Aetna Talia); ora, invece, figli della divinità indigena Adrano. Giustificarono inoltre l'etimologia del nome col mito della loro nascita di sotterra (πάλιν ἱκέσϑαι). Alcuni scrittori moderni, ritenendoli divinità indigene, spiegarono invece il nome con etimologie italiche. Talora si differenziarono le sorgenti dai crateri e in questi si ravvisarono i "Delli", che il mito diceva fratelli dei P., mentre invece non si trattava che di un epiteto di questi ultimi. Uno dei Delli sarebbe stato l'eroe Pediocrate cui si sacrificava per ottenere abbondanti raccolti.
Bibl.: I luoghi principali degli antichi sono in Diod., XI, 89, e Macrob., V, 19. Oltre le più note opere sulla storia della Sicilia antica (del Holm e del Freeman), G. Michaelis, Die Paliken, Dresda 1856; F. G. Welcker, Griech. Götterlehre, Gottinga 1862, III, 189-195; E. Ciaceri, Culti e miti della Sic. antica, Catania 1911, p. 20 segg.; Krause, Die Paliken, in Gaea, 1869, pp. 188-204; L. Block, in Roscher, Lexikon der Mythol., II, 1, p. 1281.