PALESTRO (A. T., 24-25-26)
Paese della provincia di Pavia che sorge sulla sinistra e a poca distanza dal Sesia, sulla rotabile Vercelli-Mortara; rimonta almeno al sec. XI e fece parte della signoria dei conti Borromeo. Il comune contava 3498 ab. nel 1901, ma ne aveva solo 2808 nel 1921 e 3294 (3019 nel capoluogo) nel 1931. Palestro è centro rurale (latticinî, bozzoli); poco meno di ⅓ della popolazione vive tuttavia dell'industria (fabbrica di rayon, con 820 operai). Nel territorio comunale (18,73 kmq.) coltivato a risaia, cereali, lino e gelsi è compresa la frazione di Pizzarosto.
Il combattimento di Palestro (30-31 maggio 1859). - Fu la prima azione tattica impegnata dalle truppe piemontesi nella seconda guerra per l'indipendenza italiana. Il combattimento di Palestro fa sistema con quelli contemporaneamente avvenuti a Vinzaglio e a Confienza, perché tutti discendono dall'unico concetto strategico di agevolare il passaggio del Sesia alle truppe alleate franco-sarde.
Secondo le intese intervenute con Napoleone III, l'intera armata sarda, raggiunta Vercelli, si dispose il 29 maggio a passare il Sesia in vicinanza degli Austriaci. Il re Vittorio Emanuele II aveva ordinato che una divisione (3ª) marciasse su Vinzaglio e un'altra (4ª) su Palestro, appena la 3ª avesse raggiunto il suo obiettivo; la 2ª e la 1ª divisione dovevano rispettivamente puntare su Confienza e Casalino; la divisione di cavalleria doveva rimanere in riserva, come era uso in quel tempo. Così si veniva a formare un semicerchio a protezione del ponte sul Sesia.
Le truppe austriache occupavano Palestro, Vinzaglio, Rivoltella, Rosasco, Confienza, Candia, Langosco e Cozzo; tenevano, con un battaglione granatieri e uno squadrone, la testa di ponte di S. Martino di Trecate. Verso le 11,30 del 30 maggio la 4ª divisione piemontese in marcia sotto una pioggia torrenziale aveva, alle porte di Palestro, i primi contatti con gli avamposti austriaci; mentre, verso le 13, la 3ª urtava contro gli avamposti di Vinzaglio. Il gen. Cialdini attaccava senz'altro con 5 battaglioni (tre di fanteria e due bersaglieri) il nemico asserragliato nell'abitato di Palestro e lo costringeva ad abbandonarlo. Seguì l'azione della 3ª che, conquistato Vinzaglio, urtava contro una colonna austriaca avanzante per aggirarla, e dopo un violento combattimento riusciva a travolgerla e a metterla in fuga verso Robbio.
Il 31 maggio il feldmaresciallo F. Gyulai, che ai combattimenti del giorno prima aveva dato il peso di semplici azioni dimostrative, ordinava a due divisioni di eseguire una ricognizione per conoscere le forze avversarie sulla sinistra del Sesia, ed, eventualmente, attaccare e ricacciare il nemico dalle posizioni di Palestro e Confienza.
Dopo un primo successo, l'attacco austriaco falliva completamente sotto furiosi contrattacchi. Vittorio Emanuele II in persona, alla testa di poche truppe passata la Sesietta sotto un violento fuoco delle artiglierie nemiche, piombava con irresistibile slancio su una colonna austriaca, che si sbandò lasciando al nemico numerosi prigionieri. Avvenne in questa circostanza il noto episodio della proclamazione del re Vittorio Emanuele II a "caporale" per parte degli zuavi francesi che avevano partecipato con loro truppe all'attacco guidato dal re.
Anche l'attacco austriaco contro Confienza veniva respinto, dopo ripetuti contrattacchi, dalla 3ª divisione piemontese; verso le 12,30, rimasto ferito il generale Weigl che la comandava, anche questa colonna ripiegava su Robbio. Un'ora dopo tutti gli Austriaci erano in piena ritirata. Perdite, tra morti e feriti: Piemontesi 718, Francesi 295, Austriaci 2588.