Palestina
Regione asiatica (ebraico Pĕleshet), limitata a nord dalle diramazioni meridionali del Libano e dell'Antilibano, a ovest dal Mar di Levante, a est e a sud rispettivamente dai deserti siriaco e sinaitico, limiti questi meno decisi.
Abitata da tempi remotissimi, subì tormentate vicende storiche, legate frequentemente al sopraggiungere di nuove popolazioni; gli Ebrei vi comparvero nel sec. XIII a. Cristo. Importante per il mondo cristiano, sia per motivi religiosi che per motivi commerciali, conta tra le sue città Gerusalemme (v.), luogo fondamentale della geografia medievale e, quindi, di quella dantesca. Una carta della Terrasanta, commissionata al Vesconte in funzione di un progetto di crociata, è tra le quattro carte presentate a Giovanni XXII nel 1321 (Revelli, Italia 49, 53).
D. ricorda tre volte la regione, mai però con il suo vero nome; in una delle citazioni egli usa, infatti, il termine Terra Santa, normalmente usato nel Medioevo per indicare la P.; in altra si serve del Giordano (v.) per indicare tutta la regione; nella terza l'allusione si ricava dal contesto.
In Pd IX 115-126, Folchetto addita a D. Raab (v.), e gli spiega che ella ha meritato di essere assunta in alcun cielo de l'alta vittoria, perché ha favorito la conquista di Gerico da parte di Giosuè (los. 2, 1 ss.; 6, 17 ss.); la citazione della Terra Santa in collegamento all'episodio biblico fornisce a D. l'occasione per rivolgere ai papi il rimprovero di trascurare la conquista dei luoghi sacri per attendere a interessi mondani. Il medesimo rimprovero, che D. rivolge più volte ai pontefici (v. ad es. If XXVII 85 ss.), è espresso, in Pd XV 144, per bocca di Cacciaguida, il quale dice di aver seguito Corrado III nella seconda crociata incontro a la nequizia / di quella legge il cui popolo usurpa, / per colpa d'i pastor, vostra giustizia. In Pg XVIII 133-135, nella descrizione della punizione toccata agli Ebrei ribellatisi a Mosé (Ex. 14, 10 ss.; Num. 14, 1 ss.), la P. è indicata per mezzo del suo fiume più importante.
A Gerusalemme la Commedia ha avuto (nel 1938 un saggio di parziale versione araba a opera di Amīn Abū Sha'r, traduzione in prosa dell'Inferno, fondata, più che sull'originale, sulla versione inglese del Cary.
Bibl.-Per la questione riguardante i rimproveri rivolti da D. ai pontefici, si veda P. Tito Bottagisio, in " Civiltà Cattolica " s. 17, VIII (1857) 162-180 (recens. di F. Pasini, in " Bull. " VII (1900) 304-305.