paleonutrizióne Campo d'indagine della paleoantropologia che attraverso l'esame di una molteplicità di indicatori (elementi scheletrici e dentari, capelli, unghie, calcoli, tumori calcificati, residui di tessuti molli, ecc.) ricavabili dai resti umani che provengono da siti archeologici mira a ricostruire il regime alimentare di una determinata popolazione. Consente, per es., di stabilire se la dieta era adeguata o povera di alcuni principi nutritivi fondamentali (si ricorda in proposito la deformazione ossea da rachitismo sia nei bambini sia negli adulti, oppure la riduzione d'altezza della base cranica o l'assottigliamento della corticale delle ossa lunghe, provocate da stress alimentari), o addirittura sbilanciata per eccesso di qualche componente (si pensi alla carie provocata dagli zuccheri, oppure all'intossicazione da piombo dei Romani, diagnosticata attraverso l'analisi chimica dell'osso). Tra gli indicatori troviamo, accanto ai segni morfologici di patologia o di stress, i cosiddetti elementi chimici in tracce, che possono fornire informazioni sul regime alimentare. Altre fonti d'informazione sono i coproliti, vale a dire i residui fecali che talvolta si rinvengono nelle sepolture, o il tartaro dentario, la cui struttura e composizione chimica varia secondo l'alimentazione.