PALEFATO (Παλαίϕατος)
Quattro autori di questo nome menziona il Lessico di Suida, con precise indicazioni delle loro opere; ma il fatto che tra essi è un P. figlio di una Musa e poeta epico antichissimo, gettò discredito su tutta la congerie delle notizie contenute in quei brevi articoli biografici. Comunque, persona reale, non solo attestata da altre fonti, ma celebre e proverbiale, quasi quanto Esopo, è un P. autore di spiegazioni razionalistiche dei miti. Se fu, come pare, alunno d'Aristotele o, a ogni modo, peripatetico non fu certo lui l'inventore del metodo, ma piuttosto raccoglitore e divulgatore di quel genere di storielle, di cui Platone, non senza ironia, notava (Fedro, p. 229 c-e) la facilità e l'abbondanza. Ma la sofistica, e poi la retorica, trovò materia da esercitare gl'ingegni in quel ridurre i miti a fatti reali, mal conosciuti, o mal tramandati, o alterati per lavoro di fantasia o per malintesi verbali.
Il libercolo De incredibilibus a noi giunto in numerosi manoscritti (recenti; una traccia di tradizione più antica si trovò nel 1899 in un taccuino del Harris) è compilazione bizantina, ma fatta con l'uso di simili raccolte d'età classica.
Fondamentale per il testo del libercolo la ricerca di G. Vitelli, I manoscritti di Palefato, in Studi it. di fil. cl., I (1893), pp. 241-379. Edizione critica curata da N. Festa nel vol. III, fasc. 2°, dei Mythographi Graeci (Lipsia 1902). Dai Prolegomena di quest'edizione si può conoscere quanto fu scritto intorno a P. sulla fine dell'Ottocento.