PADRI della Chiesa
Con questo nome si trovano designati, specie a partire dalla metà del sec. IV, e ancor più nelle controversie cristologiche del secolo seguente, un gruppo di scrittori ecclesiastici particolarmente autorevoli, le cui opinioni (specialmente allorché sono concordi) fanno testo in materia di fede. Si tratta soprattutto dei vescovi che hanno preso parte ai grandi concilî, specie quello di Nicea, e che vengono citati come i testimoni più autorevoli della tradizione: giacché la base dell'importanza data alle testimonianze patristiche è tutta nei concetti di tradizione e di successione apostolica. Più tardi, il concetto di "Padre della Chiesa" riceve, soprattutto ad opera di S. Agostino, un'ulteriore estensione, poiché il vescovo d'Ippona cita come autorevole, oltre che il sinodo di Diospoli, anche il contemporaneo Girolamo, semplice prete. Per contro Vincenzo di Lérins stabilisce nel suo Commonitorium una limitazione ai soli magistri probabiles. Ma anche Agostino s'era limitato agli scrittori di riconosciuta ortodossia, e aveva per lo meno dato un peso molto minore all'autorità di un Origene o di un Tertulliano. Infine il cosiddetto Decreto gelasiano stabilisce un elenco, non completo, di scrittori le cui opere sono ammesse universalmente nella Chiesa cattolica, distinguendone sia gli scrittori che godono di minore autorità, sia quelli sulla cui ortodossia si possono sollevare eccezioni. È un fatto d'una certa importanza per la storia della cultura un tal quale parallelismo che si potrebbe stabilire tra l'uso di ricorrere all'autorità dei "Padri della Chiesa", e le sempre più frequenti citazioni di responsi dei giuristi; tra il bisogno di definire quel concetto e le norme imperiali che determinano i giureconsulti da citare; ma conviene appunto perciò ricordare che i Padri sono citati non soltanto per la loro perizia di teologi; ma anche, soprattutto, in quanto testimoniano il sensus Ecclesiae.
I caratteri, dai quali la dottrina cattolica riconosce un Padre della Chiesa, sono pertanto l'ortodossia della dottrina, la santità della vita e l'approvazione, che può essere più o meno esplicita, da parte della Chiesa; infine l'antichità. Su questo punto si è alquanto oscillato; e per vario tempo si sono designati come Padri della Chiesa anche scrittori medievali dell'epoca precedente la Scolastica. Poi è prevalsa una maggiore severità; e ora l'era patristica si fa generalmente terminare, in Occidente, con S. Gregorio Magno o, al più, con S. Isidoro di Siviglia (sec. VII) e, in Oriente, con S. Giovanni Damasceno (sec. VIII). L'autorità dei Padri della Chiesa cresce, naturalmente, secondo che si tratti di un Padre isolato, o di un gruppo, o del consenso unanime dei Padri, nel senso stabilito dal concilio di Trento e ribadito poi dal concilio Vaticano.
Conviene distinguere i Padri della Chiesa dai "padri" di un concilio (coloro che vi hanno partecipato con voto deliberativo) e dai "Santi Padri", cioè gli antichi asceti designati con quel nome in varî scritti di edificazione.