PADERBORN (A. T., 51-52)
Città della Vestfalia orientale, posta al limite del bassopiano di Münster, a 120 m. s. m., presso le rive del fiume Pader (affluente del Lippe, che manda le acque al Reno), ai piedi sud-occidentali della Selva di Teutoburgo e dei M. Egger, in una zona che deve la sua fertilità al grande numero di sorgenti (circa 130 nella parte bassa della città). La città, sede arciepiscopale, mostra nella sua pianta un primo sviluppo dalla parte opposta a quella dove sono le sorgenti del Pader (che hanno dato il nome alla città: Patrisbrunna) nella direzione del palazzo vescovile e della chiesa dei gesuiti, come è dato vedere dallo spazio ristretto delle case e delle strade, mentre in tutta la restante zona compresa entro i viali che ricalcano le antiche mura, sviluppatasi più tardi, si hanno strade larghe che tagliano gli edifici ad angolo reato. Sede un tempo d'un'università (1614-1819), Paderborn conserva una facoltà teologica arcivescovile. Gli abitanti sono 33.719, in maggioranza cattolici (solo un decimo di protestanti). È nodo ferroviario d'una certa importanza (officine di riparazione), mercato (specie di lana) e sede di qualche industria (vetro, mobili, cemento, sigari).
Monumenti. - La cattedrale fu riedificata nel sec. XIII sulle fondamenta di una costruzione dell'età degli Ottoni (1036). Alla chiesa del see. XI appartengono tuttora il coro occidentale e il robusto campanile che gli sovrasta. Il corpo della chiesa, del sec. XIII, cominciato nella parte occidentale in forma di basilica, ebbe poi le navate di eguale altezza. Il suo tipo diede l'impronta a tutta l'edilizia ecclesiastica gotica della Vestfalia. Il chiostro è gotico tardivo. La decorazione plastića della chiesa annovera sulla Porta del Paradiso (c. 1250-1260), anzitutto alcune grandi statue di pietra nelle quali il panneggio movimentato, di tipo quasi barocco, contrasta con la rigidità degli atteggiamenti. A principio del sec. XVII Enrico Gröninger di Münster scolpì i 12 Apostoli posti ai pilastri della navata e quelli, di proporzioni minori, del fonte battesimale. Allo stesso maestro sono dovuti un altare e i migliori tra i numerosi monumenti sepolcrali. Il tesoro del duomo possiede tra l'altro un prezioso altare portatile incrostato d'argento, opera del monaco Ruggiero di Helmershausen (c. 1100). La cappella di S. Bartolomeo, costruita nel 1017, è la più antica chiesa a vòlta (con navate di uguale altezza) di Germania. La chiesa dell'ex convento di benedettini di Abdinghof, costruita nel 1016 e consacrata nel 1078, ora adibita al culto protestante, offre un esempio cospicuo di antica basilica sassone a pianta larga e a soffitto piano, con grandiosi pilastri. Quella di S. Francesco Saverio, costruita nel 1682 da Antonio Hulse, al pari di quella dei gesuiti a Colonia, presenta una trasformazione in senso barocco di forme gotiche; il suo altar maggiore è opera di frate Lampen (1694). Il palazzo del comune (1612 e seguenti) appartiene al barocco primitivo tedesco. Notevoli anche varie case private a frontone, del Rinascimento, e altre in mattoni. Dell'antica poderosa cinta fortificata rimangono tre torri rotonde. Nel museo diocesano si conserva, oltre a vari oggetti di antica arte religiosa, la famosa Madonna del vescovo Imad, del 1060 circa.
Storia. - È menzionata per la prima volta nel 777; nel 779 Carlomagno vi ricevette il papa Leone III profugo da Roma. Compiuta la sottomissione della Sassonia, al principio del sec. IX, vi fu eretto un vescovato. Il vescovo Meinwerk (1009-1036) operò molto per l'ingrandimento di P., che tuttavia assunse importanza, col titolo di città, soltanto nel sec. XIII. Affiliata alla Lega anseatica dal 1295, eombatté con successo contro la supremazia dei vescovi, e riuscì ad acquistare giurisdizione propria. Se anche al principio della Riforma l'azione prudente del vescovo poté evitare lo scoppio dei disordini di carattere sociale, essa non poté tuttavia impedire il diffondersi della nuova dottrina nella borghesia. Soltanto nel 1604, per opera del vescovo Teodorico von Fürstenberg (1585-1618), il cattolicesimo fu ristabilito, e al tempo stesso la città passò sotto il diretto governo del vescovo-principe. La città, con la diocesi, fu assegnata nel 1803 alla Prussia; dal 1807 al 1813 appartenne al regno di Vestfalia, indi ritornò alla Prussia. La diocesi, che nel Medioevo faceva parte della provincia ecclesiastica di Magonza, fu posta nel 1821 alle dipendenze dell'arcidiocesi di Colonia; e nel 1930 fu innalzata ad arcidiocesi come metropoli di un'erigenda provincia ecclesiastica della Germania centrale.
Bibl.: W. Richter, Geschichte der Stadt P., I-II, Paderborn 1899-1903, id., Die Bau- u. Kunstdenkmäler der stadt P., Monaco 1899; H. Beenken, Bildwerke Westfalens, Bonn 1923; P. Michels, Neuhaus, Paderborn, Lippspringe, Berlino 1925.