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PACUVIO

di Filippo MAGI - Cesare GIARRATANO - Enciclopedia Italiana (1935)
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PACUVIO (M. Pacuvius)

Filippo MAGI
Cesare GIARRATANO

Scrittore e pittore latino. Figlio di una sorella di Ennio, nacque a Brindisi l'anno 220 a. C. Fu portato dallo zio a Roma, dove esercitò la pittura e scrisse tragedie. Fu amico e ospite di C. Lelio e quindi, secondo ogni probabilità, appartenne al circolo di Scipione Emiliano. Ancora a ottant'anni fece rappresentare una sua tragedia, ma poco dopo si ritirò a Taranto, dove morì quasi nonagenario. Di P. ci restano dodici titoli di tragedie e più di trecento frammenti, che in tutto formano poco più di quattrocento versi.

Delle tragedie di P. quattro derivano da Sofocle (Chryses, Hermiona Niptra, Teucer), una da Eschilo (Armorum iudicium), una da Euripide (Antiopa): però prevale l'influenza di Euripide, perché le altre sei tragedie sono sviluppi o variazioni di temi euripidei. Difatti il Medus è uno svolgimento ulteriore del mito di Medea, come l'Atalanta di quello di Meleagro, l'Iliona è uno sviluppo laterale dell'Hecuba, la Periboea e il Dulorestes trattano argomenti euripidei con l'aggiunta di nuovi motivi e di nuovi personaggi, il Pentheus apporta notevoli modificazioni alle Bacchae. Noi non sappiamo se P. stesso elaborò coi suoi mezzi la trama di queste sei tragedie o se seguì modelli post-euripidei. E neanche possiamo paragonare le tragedie tolte da Eschilo, da Sofocle e da Euripide coi loro esemplari, perché questi ci mancano. Però è da credere che P. trattasse con molta libertà i suoi modelli.

P. compose anche una praetexta, Paulus, che celebrava la vittoria riportata a Pidna sul re Perseo da L. Emilio Paolo l'anno 168. Ce ne restano quattro versi. Porfirione e Diomede attestano che scrisse anche satire, cioè poesie miste nello stile di Ennio, ma non ne rimane neanche un frammento.

P. fu molto lodato dagli antichi. Le sue tragedie producevano grande effetto sia per il numero dei personaggi e la complicazione dell'intreccio, sia per la gravità dei pensieri, per la forza dell'espressione e per il contrasto potente dei sentimenti. Esse durarono sulle scene, finché a Roma le tragedie furono rappresentate. Ma fu cattivo scrittore di lingua latina; si nota anche in lui una certa frequenza di allitterazioni, di figure retoriche, di grecismi.

I frammenti di P. si trovano nella raccolta del Ribbeck (Tragicorum romanorum fragnenta, Lipsia 1897, pp. 86 e 325).

Dell'opera pittorica di P. è ricordato soltanto il dipinto che si trovava nel tempio di Ercole nel Foro Boario, d'altronde assai lodato e avvicinato alla pittura del suo predecessore Fabio Pittore. Il tempio di Ercole fu fondato e restaurato con grande splendore da Emilio Paolo, il vincitore di Pidna, ed è probabile che questi stesso ne abbia commesso a P. la decorazione pittorica. Purtroppo non sappiamo nulla né sul soggetto né sullo stile dell'artista.

Bibl.: O. Ribbeck, Die römische Tragödie im Zeitalter der Republik, Lipsia 1875, p. 216; A. Goette, De L. Accio et M. P. veteribus Romanorum poetis tragicis, Rheine 1892.

Su P. come artista: J. Overbeck, Schriftquellen, Lipsia 1868, n. 2375; H. Brunn, Gesch. d. griech. Künstler, II, Stoccarda 1889, p. 303; K. Jex-Blake e E. Sellers, The elder Pliny's chapters, Londra 1896, p. 88; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichung d. Griech. u. Röm., II, Monaco 1923, p. 830; A. Rumpf, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932, s. v.

Vedi anche
tragedia Opera e rappresentazione drammatica che si caratterizza, oltre che per il tono e lo stile elevato, per uno svolgimento e soprattutto una conclusione segnati da fatti luttuosi e violenti, da gravi sventure e sofferenze. 1. L’età classica 1. La tragedia greca. La tragedia di Eschilo, Sofocle, Euripide, ... Lucio Àccio Àccio, Lucio (lat. L. Accius). - Poeta latino (n. Pesaro 170 - m. intorno all'84 a. C.); di origine servile, ebbe nella sua lunga vita rinomanza e fortuna. Fu poeta, immaginoso e fecondo, soprattutto di tragedie (restano 45 titoli con 700 versi in brevi frammenti), in alcune delle quali imitò Sofocle ... Gaio Lucìlio Lucìlio, Gaio (lat. Gaius Lucilius). - Poeta satirico latino del sec. 2º a.C.. Appartenente al "circolo degli Scipioni", partecipò attivamente alla vita culturale dell'età degli Scipioni e dei Gracchi. Scrisse trenta libri di satire, di cui ci restano frammenti per 1.300 versi, portando alla maturazione ... Marco Antistio Labeóne Labeóne, Marco Antistio (lat. Marcus Antistius Labeo). - Giureconsulto romano (n. prima del 43 a. C. - m. prima del 22 d. C.) della scuola di Trebazio Testa. Figlio di Pacuvio Antistio, giurista, avversario di Cesare, che si era fatto uccidere dopo la battaglia di Filippi (42), Labeone, Marco Antistio, ...
Tag
  • SCIPIONE EMILIANO
  • ALLITTERAZIONI
  • LINGUA LATINA
  • FABIO PITTORE
  • DULORESTES
Altri risultati per PACUVIO
  • Pacùvio, Marco
    Enciclopedia on line
    Poeta latino (Brindisi 220 a. C. - Taranto 130 circa a. C.), uno dei principali tragediografi. Nella produzione di P. già nel colorito drammatico dell'azione e nella stimolante sentenziosità che la punteggia è in nuce l'ulteriore sviluppo della tragedia latina fino a Seneca: cominciano in lui le macabre ...
Vocabolario
tragèdia
tragedia tragèdia (poet. ant. tragedìa) s. f. [dal lat. tragoedia, e questo dal gr. τραγῳδία, comp. di τράγος «capro» e ᾠδή «canto»]. – 1. a. Opera e rappresentazione drammatica che si caratterizza, oltre che per il tono e lo stile elevato,...
pàtria
patria pàtria s. f. [dal lat. patria, propr. femm. sostantivato (sottint. terra) dell’agg. patrius «paterno»: v. patrio]. – 1. a. Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita,...
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