BURLAMACCHI, Pacifico
Domenicano, apologista del Savonarola, nato in Lucca tra il 1465 e il 1466. Per tradizioni di famiglia era favorevole ai domenicani, e, trovandosi in Firenze al tempo del Savonarola, fu tra i Piagnoni, seguendo le dottrine e gli esempî dell'ardente frate. Dopo l'esecuzione del Savonarola, il B. tornò a Lucca e prese l'abito domenicano il 18 marzo 1499, cambiando il suo nome di Filippo in quello di Pacifico: nel 1501 divenne sacerdote, e nel luglio del 1508 priore del convento della Quercia (Viterbo), dove rimase fino all'aprile del 1510. Ritornato in patria, fu per molti anni sottopriore del convento di S. Romano, dove morì di febbre quartana il 13 febbraio del 1519. Fra Bartolomeo della Porta lo ritrasse nella magnifica tela della Misericordia (Pinacoteca di Lucca).
Tra le biografie del Savonarola, la più conosciuta e più bella per esattezza, vivacità e colore, è quella del B., edita prima dal Mansi (Lucca 1761) e poi dal padre Di Poggio (Lucca 1764). Nella rinascita degli studî savonaroliani, quella biografia attirò presto l'attenzione e fu oggetto di studî e polemiche. Il Ranke (Hist.-biogr. Stud.) nel 1877, seguito dal Villari (Saggi storici e critici, Bologna 1890, pp. 299-326; Storia di G. Savonarola, 2ª edizione, Firenze 1910), mise in dubbio la sua autenticità perché nel testo a stampa e in molti codici si accennava a persone e a fatti avvenuti dopo la morte del B. (1519). E il dubbio crebbe quando il Villari trovò una vita latina del Savonarola (Bibl. Naz., Firenze, codice J-VII-28), che sarebbe stata la fonte originale dello pseudo-Burlamacchi. Ai dubbî e alle critiche del Ranke e del Villari rispose con un dotto studio lo Schnitzer (Il Burlamacchi e la sua "Vita del Savonarola", in Arch. st. ital., XXVIII, 1901, disp. 4), dimostrando: 1. che l'edizione a stampa della vita del Savonarola ebbe varie aggiunte posteriori per opera di fra Vincenzo di Bernardo, di fra Timoteo Ricci, e in modo speciale di fra Timoteo Bottonio perugino; 2. che il testo primitivo non ci è pervenuto; 3. che la vita latina è l'originale della traduzione, non del testo primitivo, testo che fu scritto in volgare tra il 1512 e il 1518 da un domenicano. Questi non è altro che il Burlamacchi. Infatti l'autore non è fiorentino: parla spesso in prima persona; era priore della Quercia (Viterbo) nel 1509; essendo a Viterbo, predicò la quaresima a Grotte di Castro; nel 1514 era a Prato e parlava dell'eccidio della città (1513); dice che è confessore delle monache di S. Domenico in Lucca, ed è presente a varî miracoli: fatti e indizî che convengono perfettamente al B. lucchese, priore di Viterbo (1509), e confessore delle monache di Lucca (1512-18).
Alle osservazioni dello Schnitzer altre ne aggiunse il Taurisano, desunte dalle ricerche fatte a Viterbo e a Lucca (I domenicani in Lucca, Lucca 1914, pp. 77-93 e 239-40), completate dallo Schnitzer nella sua vita del Savonarola.
Bibl.: N. Marchese, Scritti vari, I, ii; P. Villari, La storia di Girolamo Savonarola, Firenze 1859, ultima ed. Firenze 1927; G. Schnitzer, Il B. e la sua vita del Savonarola, in Archivio stor. it., XXVIII (1901); id., Savonarola, II, Monaco 1924; id., in Ricerche Religiose, V (1929).