CATEAU-CAMBRÉSIS, Pace di
, Chiude la lunga lotta tra Francia e Spagna, iniziatasi con Carlo V e Francesco I nel 1521. Nel corso di essa si ebbero altri trattati di pace o di tregua (quelli di Madrid, di Cambrai, di Nizza, di Crespy, di Vaucelles), ma non definitivi, perché non determinati dall'esaurimento dei belligeranti. Rotta la tregua di Vaucelles, la guerra fu decisa con la famosa battaglia di San Quintino, nella quale Emanuele Filiberto distrusse l'esercito del Montmorency. Il disastro atterrì Enrico II. La morte di Piero Strozzi a Thionville, la rotta di Thermes a Gravelines, l'insubordinazione dell'esercito, la fortunata offensiva degli Spagnoli in Italia, la stanchezza della nazione e il diffondersi della religione riformata nel paese piegarono l'animo di Enrico II alla pace; mentre d'altra parte il pauroso deficit finanziario, il malcontento politico e religioso dei Paesi Bassi inducevano Filippo II a porgere ascolto alla proposta di cessazione delle ostilità. Nel maggio 1558, il duca di Guisa e il Granvelle ebbero un primo abboccamento a Marcoing. Nel settembre cominciarono a Cercamp dei colloquî provocati dal Saint-André e dal connestabile di Montmorency, questi, fatto prigioniero a San Quintino dagli Spagnoli, non cessò in tutto questo periodo di premere sull'animo di Enrico II per indurlo alla pace, anche a costo di gravi sacrifizî per la Francia. Nell'ottobre furono designati a plenipotenziarî per la Francia il Montmorency, il Saint-André e il cardinale di Lorena; per la Spagna il duca d'Alba, Guglielmo di Nassau e Granvelle. Il 18 ottobre fu armata la tregua. Riprese le trattative a Cateau-Cambrésis, il 2 aprile 1559 fu firmata la pace tra Francia e Inghilterra, il 3 quella tra Francia e Spagna. La Francia occupava Calais e gli altri luoghi posseduti dall'Inghilterra per otto anni, finiti i quali li doveva restituire o pagare all'Inghilterra 500 mila corone d'oro. La pace tra Spagna e Francia era basata sulla restituzione reciproca delle conquiste degli ultimi otto anni. Enrico II riotteneva le città sulla Somme, ma doveva restituire la Corsica ai Genovesi. La questione centrale delle trattative fu tuttavia quella degli stati del duca di Savoia, occupati da Francesco I nel 1536 e poi disputati tra Francesi e Spagnoli. Il Piemonte e la Savoia venivano restituiti a Emanuele Filiberto, meno Torino, Chieri, Pinerolo, Chivasso e Villanova d'Asti, che rimanevano alla Francia fino a quando non si fosse deliberato intorno ai diritti vantati dal re sulle terre sabaude. Per questo tempo gli Spagnoli occupavano Asti e Vercelli. Il duca s'impegnava a mantenersi "neutre et ami commun" del re di Francia e del re di Spagna. Coronamento della "santa pace" il matrimonio tra Elisahetta, figlia di Enrico II, e il re di Spagna, e quello tra Emanuele Filiberto e Margherita, sorella di Enrico II. Ma Filippo II costrinse Emanuele Filiberto al trattato segreto di Grünendal (26 marzo), col quale il duca giurava per sé e per i suoi successori perpetua confederazione col re di Spagna e s'impegnava a che i castellani di Nizza e di Villafranca giurassero di tenere per il re di Spagna i castelli se Emanuele Filiberto morisse senza eredi diretti.
Il trattato di Cateau-Cambrésis segnò il fallimento completo della politica francese in Italia. La Francia, che dal 1494 aveva profuso sangue e danaro in Italia, aveva dovuto abbandonare il Napoletano, poi il Milanese, infine la Savoia e il Piemonte e sgombrare la Corsica. Con Venezia neutrale, con i papi dalla politica oscillante, con Genova e Toscana strette indissolubilmente da interessi alla Spagna, col duca di Savoia legato segretamente a Filippo II, l'influenza politica della Francia era abbattuta. Ira e dolore suscitò in Francia il trattato. Si accusò di tradimento il Montmorency, si lanciarono parole sconcie anche contro Margherita di Valois, e il Brissac, interprete del malcontento dei Guisa e di tutti i soldati delle guerre d'Italia, tentò con tutti i mezzi di ritardare la restituzione delle terre.
Accolto con gioia dalla maggior parte degli Italiani, stanchi di un lungo periodo di guerre, il trattato ebbe conseguenze di lunga portata sullo sviluppo della vita italiana. Basti pensare che per esso, fino al '700, l'Italia soggiacque alla dominazione spagnola.
Bibl.: Il testo in Dumont, Corps universel diplomatique. Cfr. D. Carutti, Storia della diplomazia della corte di Savoia, Torino 1879; E. Ricotti, Storia della monarchia piemontese, II, Firenze 1865; G. De Leva, Storia documentata di Carlo V in correlazione all'Italia, Bologna 1895; A. De Ruble, Le traité de Cateau-Cambrésis, Nogent-le-Rotrou 1889; L. Romier, Les guerres d'Henri II et le traité de Château-Cambrésis, in Mélanges d'archéologie et d'histoire de l'École française de Rome, XXX (1910), pp. 1-50; A. Segre, e P. Egidi, Emanuele Filiberto, Torino 1928, voll. 2.