OXYRYNCHEITES NOMOS (᾿Οξυρυγκε-ίτης Νόμος)
Questa leggenda appare sul rovescio di monete imperiali romane, coniate ad Alessandria ed aventi un uso prevalentemente commemorativo.
Il nòmo, o distretto di Oxyrynchos (v. ossirinco), il diciannovesimo dell'Alto Egitto, si estendeva sulla riva sinistra del Nilo, fra il nòmo Cinopolita a 8 e l'Eracleopolita a N, ed era consacrato al dio Seth. La rappresentazione più comunemente ricorrente, già su una serie monetale di Domiziano, è quella di Atena, in piedi, volta indifferentemente a destra o a sinistra, con elmo, chitone e peplo; si appoggia con il braccio destro ad un'asta, mentre tiene nell'altra mano abbassata il parazonio; la gamba sinistra poggia su un oggetto indeterminato (forse uno scudo). Questa iconografia muta alquanto nelle monete degli imperatori successivi (Traiano, Adriano e Antonino Pio), ove la dea, che in un caso ha anche l'egida, tiene nella sinistra una bipenne, nella destra protesa una piccola Nike con una corona e una palma. Talora Atena, con il peplo, impugna unicamente la bipenne, ovvero questa sola compare nel campo, nelle due varietà delle forme di lama dritta o arrotondata.
Da notare che talora la scritta compare nella variante ΟΞΥRΥΓΧΙΤΗΣ ΝΟΜΟΣ. Secondo il de Rougé la Nike che Atena reca in mano sarebbe un ricordo della vittoria di Horus su Seth, avvenuta proprio ad Oxyrynchos, come narra il testo inciso sulle mura di cinta del tempio di Edfu (v.). Così pure sarebbe stata scelta Atena per la raffigurazione del nòmo, in memoria della dea Tefnu (Tefēne), dalle caratteristiche guerriere, che era l'antica protettrice del distretto. Nonostante alcune delle immagini che appaiono sulle monete dei nòmi mantengano un'eco delle divinità e dei culti degli antichi distretti (sepat) egiziani, è più probabile che si tratti in questo caso di una diffusa e generica iconografia ellenistico-alessandrina.
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