OVATTA
. Feltro di cotone, incollato dalle due parti, usato principalmente nell'imbottitura degli abiti. Serve anche per l'imbottitura di vagoni ferroviarî, di carrozzerie di automobili, di divani, tessuti trapuntati, ecc.
Per la sua fabbricazione generalmente si mischiano, mediante appositi girodani, ritagli di cotone, preventivamente lavati, battuti e sfilacciati, con cotone vergine o cascami di cotone ripuliti nel willow. La mischia, dopo la tintura (se occorre), passa alla macchina cardatrice, la stessa che serve alla preparazione dei filati cardati, munita, però, di tela senza fine sulla quale s'avvolge il velo della carda formando un feltro di un dato spessore. Il feltro passa poi alla macchina incollatrice, lunga circa m. 40 e larga m. 1,80, per l'applicazione e l'asciugatura dell'appretto; alla sua testata vi è l'apparecchio incollatore che può essere a spruzzo o a cilindri (questi ultimi variano secondo che l'incollaggio è fatto con colla liquida o in schiuma); lo strato d'ovatta, dopo avere assorbito in superficie la colla (colla di cuoio o di ossa), sostenuto da un nastro trasportatore, entra nell'interno della macchina dove è asciugato da una serie di tubi riscaldati a vapore. In ultimo si porta nei reparti di confezionatura.
L'ovatta si produce generalmente nel colore grigio, nero, bianco e candido; i tipi messi in commercio dalle ditte produttrici sono in pezza delle dimensioni di m. 7 o 14 × cm. 75, oppure di m. 14 × cm. 150. I tipi destinati all'esportazione sono in pezze di m. 7 o 14 × cm. 37, confezionati in pacchi di 500-1000 grammi.
In Italia vi sono una dozzina di fabbriche di ovatta (Biella, Bari, Milano, ecc.) e la produzione s'aggira sul milione di kg., di cui due decimi sono esportati.