ottuso
Aggettivo adoperato due volte nella Commedia. Nel primo caso si tratta del termine geometrico che qualifica un angolo maggiore del retto: Pd XVII 15 veggion le terrene menti / non capere in trïangol due ottusi, dove il sostantivo è implicito in triangol (cfr. XIII 102 se del mezzo cerchio far si puote / trïangol sì ch'un retto non avesse, e Mn I XII 2 triangulus habet tres duobus rectis aequales: dal quale ultimo passo apprendiamo che il teorema del triangolo, già presente in Arist. Metaph. IX 9, 1051a 21-34, era usato come esempio nelle argomentazioni logiche).
La seconda volta l'aggettivo qualifica una dimostrazione inefficace, ma il suo esatto impiego semantico andrà valutato all'interno del contesto: Pd XXIV 96 è silogismo che la [fede] m'ha conchiusa / acutamente sì, che 'nverso d'ella / ogne dimostrazion mi pare ottusa, dove o. si contrappone ad acutamente, significando dunque una mancanza di virtù penetrativa, conforme al suo significato etimologico (" come una lama spuntata ", Sapegno).
Per l'uso latino dell'aggettivo, cfr. VE I XIII 3, Mn II IX 20.