otturatore
otturatóre [Der. di otturare, dal lat. obturare, di formazione incerta, "che ottura, che chiude"] [OTT] O. fotografico: dispositivo della macchina fotografica, che è posto tra l'obiettivo e il materiale sensibile e che, normalmente chiuso, si apre, a comando, per una durata pari al tempo di esposizione, per dare modo ai raggi luminosi provenienti dall'obiettivo di formare l'immagine sulla lastra o pellicola sensibile; se ne sono realizzati vari (a tappo, a persiana, ecc.) e attualmente se ne hanno due tipi fondamentali: (a) o. centrale, costituito, secondo lo schema del modello Compur della società Zeiss (1912, da cui sono derivati altri), da lamelle metalliche incernierate sulla periferia di un anello che, al comando di apertura, si aprono formando un'apertura centrale e sono riportate a sovrapporsi, al cessare del comando, da apposite molle; nei modelli attuali si arriva a tempi di esposizione di soltanto 2 millisecondi (1/500 s); (b) o. a tendina: costituito dal movimento traslatorio in versi opposti di due strisce opache di stoffa gommata o di lamierino dotate di una molla per il richiamo al cessare del comando di apertura; il tempo di apertura, determinato dall'apertura della prima tendina e dalla chiusura della seconda, può scendere a meno di 1/1000 di secondo; in alcune macchine moderne il movimento delle tendine, e quindi il tempo di esposizione, è controllato da un cronometro piezoelettrico.