Bismarck-Schonhausen, Ottone principe di
Statista tedesco (Schönhausen 1815-Friedrichsruh 1898). Figura chiave della storia prussiana, tedesca ed europea della seconda metà del 19° sec., fu il principale artefice dell’unità della Germania e il primo cancelliere del neonato Stato tedesco. Di antica famiglia aristocratica del Brandeburgo, compì i suoi studi a Gottinga. Tipico esponente degli Junker, la potente nobiltà fondiaria delle province orientali della Germania, conservatore, spesso su posizioni reazionarie, B. iniziò la sua brillante carriera politica e diplomatica al servizio della Prussia alla vigilia delle rivoluzioni del 1848-49. Fin dal 1847, segnalandosi alla «dieta unita» di Berlino per la risoluta politica antiliberale, si distinse come capo della destra junkerista, il cui programma di rivendicazione dei privilegi nobiliari e delle corporazioni egli sostenne vigorosamente anche dopo l’insurrezione del 1848. B. mirava alla liquidazione della tesi federalista propugnata nella costituzione elaborata dal parlamento di Francoforte (1848-49) e allontanò dai liberali il re di Prussia Federico Guglielmo IV, inducendolo a rifiutare la corona imperiale offertagli (1849) dallo stesso parlamento. A questo scopo B., plenipotenziario presso la dieta federale (1851), avviò una politica di ostilità verso l’Austria, avvicinandosi nel Congresso di Parigi (1856) a Napoleone III. Ambasciatore a Pietroburgo (1859), riuscì a neutralizzare il tentativo austriaco di trascinare la Russia nella guerra contro il regno di Sardegna e l’impero francese. Convinto che fossero maturi i tempi per unificare la Germania in un nuovo Stato nazionale, B. ritenne che la Prussia dovesse esserne il nucleo centrale. Dal 1862, posto alla guida del governo prussiano da re Guglielmo I, per prima cosa riformò e potenziò l’esercito, contrariamente ai progetti dei liberali e dei democratici tedeschi: di fronte all’opposizione della Camera alla legge sulle spese militari, B. – con un gesto incostituzionale – accolse e applicò la legge nonostante l’opposizione del Parlamento. Iniziò quindi la sua azione diretta a porre la Prussia alla testa del movimento per l’unità tedesca, dedicandosi a costruire una vasta trama politica e diplomatica per creare le condizioni favorevoli al processo di unificazione. Dopo aver appoggiato la Russia nel corso dell’insurrezione polacca (1863), con la vittoriosa guerra austro-prussiana contro la Danimarca mise in atto una soluzione di forza della questione dello Schleswig-Holstein. Pose quindi le premesse della guerra del 1866 contro l’Austria, principale ostacolo sulla via dell’unificazione tedesca (incontro di Biarritz del 30 sett. 1865 con Napoleone III, che garantì la propria neutralità), dichiarata di fatto con l’alleanza italo-prussiana dell’8 apr. dello stesso anno. La vittoriosa battaglia di Sadowa (3 luglio 1866), seguita nel mese successivo dalla Pace di Praga, assicurò alla Prussia il predominio in Germania e segnò la fine della Confederazione tedesca, con l’eliminazione dell’impero asburgico da una sfera d’azione politica tradizionale e plurisecolare. La Prussia si sostituì all’Austria quale potenza egemone nella nuova Confederazione della Germania del Nord, che riuniva gli Stati tedeschi situati a N del fiume Meno; B. ne divenne (1867) il cancelliere federale con l’incarico di dirigere le relazioni estere di questo nuovo organismo politico. B. era comunque riuscito a conquistarsi l’adesione di buona parte dell’opposizione liberale, e aveva favorito la costituzione, all’interno della Camera prussiana, del Partito liberal-nazionale, sostenitore deciso della politica del cancelliere, ora più esplicitamente prussiana. Sconfitta militarmente l’Austria, la costruzione dell’egemonia prussiana nello spazio politico della Confederazione germanica doveva fare i conti con la Francia. B. riuscì a rendere inevitabile (dispaccio di Ems, 13 luglio 1870) la guerra contro Napoleone III, ostile alla crescita della potenza prussiana in Europa. Da questa guerra e dalla vittoria dell’esercito prussiano a Sedan nacque la Germania unita sotto la guida della Prussia. Il 18 genn. 1871, con l’inglobamento degli Stati tedeschi meridionali, fu proclamato a Versailles il Secondo Reich. Il re di Prussia Guglielmo I ne divenne l’imperatore e B. il cancelliere; quest’ultimo, creato principe dal sovrano nello stesso anno, rimase alla guida della Germania dal 1871 al 1890. Giunto così all’apice della sua potenza, forte di un prestigio incontrastato, B., preoccupato di rafforzare l’autorità del Reich, contrastò violentemente i cattolici scatenando tra il 1872 e il 1876 il Kulturkampf. Dopo la violenta repressione antisocialista seguita al fallito attentato a Guglielmo I (1878) e l’introduzione di misure protezionistiche, si arrivò a una riconciliazione tra B. e il Partito cattolico del centro. Accanto alle leggi eccezionali contro i socialisti, il cancelliere avviò un’avanzata politica sociale, con la quale si propose di risolvere il problema posto dalla presenza del movimento politico del proletariato sul terreno di una superiore integrazione delle classi popolari nella compagine dello Stato tedesco. In politica estera, B. si prefisse come scopo fondamentale il mantenimento dello status quo in Europa e l’opposizione ai tentativi di rivincita della Francia, riservando alla Germania un ruolo di arbitro tra le grandi potenze. Cercò pertanto di richiamare a nuova vita l’alleanza tra le corti monarchiche del Nord (Austria, Prussia, Russia), e si oppose a ogni restaurazione borbonica in Francia. L’Alleanza dei tre imperatori (1872-73) entrò tuttavia in crisi con la guerra russo-turca e il Congresso di Berlino (1877-78): perciò B. strinse nel 1879 un’alleanza con l’Austria-Ungheria, che doveva rimanere il caposaldo della politica germanica fino alla Prima guerra mondiale. Tuttavia B., non volendo assecondare tutte le aspirazioni austriache nei Balcani e desiderando evitare lo scontro tra Austria e Russia, cercò costantemente di mantenere l’accordo anche fra Vienna e Pietroburgo: giunse a stipulare (1881) un trattato di alleanza fra Germania, Austria e Russia e riuscì, fino al 1885, a mantenere di fatto buoni rapporti fra le tre potenze. La stipulazione della Triplice alleanza (1882) fra Germania, Italia e Austria-Ungheria completò questo sistema, che lasciava la Francia isolata in Europa. Ma la crisi bulgara del 1886, e il conflitto che ne seguì fra Russia e Austria, minacciarono alla base tutto il sistema. B. riuscì a porvi rimedio, sia grazie al trattato di «controassicurazione» (1887) con la Russia sia dando maggior valore alla Triplice alleanza e, con ciò, rafforzando al suo interno la posizione dell’Italia (primo rinnovo della Triplice, 1887). In campo internazionale, dunque, grazie a B., la Germania riuscì in quegli anni ad affermare il proprio predominio politico e diplomatico in Europa con una politica costantemente rivolta al mantenimento della pace. B. fu poco sensibile ai richiami dell’espansionismo imperialistico e coloniale, ma lo dovette assecondare sotto la spinta dei circoli militaristici e della grande industria; tuttavia, se si eccettua l’intervento africano in funzione antinglese del 1884, si mantenne sempre estraneo al settore della politica coloniale. L’ultimo decennio del suo cancellierato, in politica interna, fu dominato dal contrasto con il Reichstag sulla questione del bilancio militare (1886): di fronte all’opposizione di questo, B. decise di scioglierlo, appoggiandosi non più al Partito del centro ma ai conservatori e ai liberal-nazionali, e ottenne l’assenso alla spese da parte dal nuovo Reichstag. Nel 1888, morto Guglielmo I e tre mesi dopo Federico III, salì al trono Gugliemo II, ostile alla persona e alla politica di B., soprattutto nei motivi antiaustriaci e, nel campo interno, nella legislazione antisocialista, che B. avrebbe voluto inasprire mentre l’imperatore era nettamente contrario. Il conflitto non offrì altra possibilità di soluzione all’infuori delle dimissioni del cancelliere (1890). B. si ritirò quindi a vita privata, nel suo podere di Friedrichsruh, non tralasciando occasione di criticare l’operato politico del sovrano e dei propri successori.
Nasce a Schönhausen
Presidente del Consiglio dei ministri in Prussia
Guerra contro l’Austria
Guerra contro la Francia
Cancelliere del Reich
Si dimette dalla carica di cancelliere
Muore a Friedrichsruh