BELLINGERI (Bellingerio, Berlingerio), Ottone
Nacque nella seconda metà del sec. XIII, probabilmente ad Acqui.
La sua famiglia era una delle più antiche e illustri della città piemontese, dove era a capo della fazione ghibellina. Un Bellingeri, di nome Gerondica, presenziò nel 1206 alla stipulazione della tregua tra Acqui e Alessandria; un altro Bellingeri, Andrea, era tra i rappresentanti della città quando Acqui si diede nel 1278 al marchese di Monferrato.
Scarse, framinentarie e a volte incerte sono le notizie intorno al B.; quelle sicure si riferiscono solo alla sua attività episcopale. Successore del vescovo Ogerio, ci appare con certezza a capo della diocesi acquese a partire dal 1305: tre investiture da lui compiute in quest'anno - il 24 giugno, il 4 settembre e il 9 dicembre - attestano la sua attività vescovile.
Il 10 apr. 1308, mercoledì della settimana santa, il B. riunì nella cattedrale di Acqui un sinodo diocesano. Sempre nel corso del 1308, il 17 maggio, fu inviato ad Alessandria dal legato pontificio per decidere la controversia in corso tra i domenicani di S. Pietro e i conventuali di S. Francesco sui limiti di distanza fra le due chiese.
Nessuna notizia si ha poi di lui fino al 1311 quando intervenne a Bergamo al concilio provinciale convocato dall'arcivescovo di Milano Gastone Della Torre. Nel corso del settembre dello stesso anno ebbe frequenti contatti con l'imperatore Arrigo VII, venuto in Italia a ricevere l'incoronazione. Presente alla cerimonia che si svolse a Milano, il B. l'8 settembre ricevette la solenne investitura dei privilegi e diritti della sua diocesi dal nuovo imperatore, al quale nello stesso giorno prestò il giuramento di fedeltà. Dopo aver ottenuto il 23 dello stesso mese il diploma di conferma di tali privilegi, chiese e ottenne il 29 da Arrigo VII anche la conferma dei privilegi del monastero cisterciense eli Acqui, al quale l'imperatore assegnò anche nuovi feudi.
Nel 1321 il B. venne in contrasto con Alessandro Asinari, signore di Asti, che aveva occupato il feudo di Castelletto di Val d'Erro, spettante al vescovato acquese. Il B. ricorse all'aiuto del marchese di Monferrato., ottenendo così l'abbandono del feudo da parte dell'Asinari.
L'ultima notizia a lui relativa ci mostra il B. in contrasto nel 1327 con i canonici di S. Marco di Savona per la titolarità delle decime di alcuni feudi; la questione fu risolta con l'intervento del legato pontificio cardinal Bertrando, il quale assegnò le decime ai canonici. Il B. morì probabilmente ad Acqui, nel 1333 o 1334.
L'Eubel identifica il B. con il vescovo Ottobono, che sia il Capelletti sia il Gams pongono invece come suo successore nel vescovato di Acqui e che morì nel 1340. Scrittori di età moderna gli hanno attribuito una attività di cronista che non sembra essere confermata dalle scarse fonti in nostro possesso. Il Biorci (II, p. 65) sostiene esser sua la cronaca anonima menzionata da Gioffredo Della Chiesa all'inizio del suo Arbore genealogico dei marchesi di Saluzzo, ma nessun'altra notizia conforta questa affermazione. Inoltre il Moriondo prima (II, p. 4) e. il Biorci poi (II, p. 65) attribuiscono al B. la compilazione di un catalogo dei vescovi acquesi, ricavandone la notizia da una cronotassi scritta intorno al 1500 da un certo Teobaldo Ainardo di Acqui per ordine del vescovo Ludovico Bruno. La notizia è incerta e sia il Manno sia il Savio la considerano inesatta.
Fonti e Bibl.: F. Ughelli, Italia sacra…,IV, Venetiis 1719, col. 329; G. D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, XXV, Venetiis 1782, col. 513; J. B. Moriondo, Monumenta Aquensia, I, Torino 1789, col. 499; II, ibid. 1790, p. 4; P. B. Gams, Series Episcoporum ecclesiae catholicae, Ratisbonae 1873, p. 808; C. Eubel, Hierarchia Catholica..., I, Monasterii 1898, p. 98; G. Biorci, Antichità e prerogative d'Acqui-Staziella, Tortona s. d. [ma 1818], I, p. 254; II, pp. 59, 61-65; G. Capelletti, Le chiese d'Italia, XIV, Venezia 1858, p. 149; O. Jozzi, Storia della Chiesa e dei vescovi d'Acqui, Acqui 1881, p. 185; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. Il Piemonte, Torino 1898, p. 9; A.Manno, Bibl. stor. degli Stati di Piemonte, III, Torino 1891, p. 16, n. 6555; Dictionnaire d'Histoire et Géographie Ecclés., VII, col. 910.