BARBACCI, Ottone
Nato a Rosignano Marittima, in provincia di Livorno, il 26 ott. 1860, si laureò in medicina e chirurgia a Pisa nel 1882, abilitandosi poi, nel 1884, all'esercizio della professione presso l'Istituto di studi superiori di Firenze. Dopo aver frequentato per un breve periodo l'Arcispedale di S. Maria Novella in Firenze, si recò a Parigi, nei laboratori di patologia sperimentale e di fisiologia, diretti rispettivamente da F. A. Vulpian e da P. Bert; a Berlino, negli istituti di R. Virchow e R. Kock, concludendo infine la sua preparazione scientifica in patria, allievo di G. Bizzozzero a Torino e di G. Martinotti a Modena. In tale città si trattenne dal 1888 al 1891, conseguendovi la docenza in anatomia patologica; nel 1891 divenne aiuto nell'istituto di anatomia patologica di Firenze, diretto da G. Banti. Nel 1894 ebbe l'incarico dell'insegnamento dell'anatomia patologica nell'università di Siena: di tale cattedra divenne dapprima straordinario, poi, nel 1903, ordinario; dal novembre del 1924 ricoprì anche la carica di preside della facoltà medica dell'ateneo senese. Morì a Siena il 3 maggio 1927.
Allievo di due grandi maestri, G. Martinotti e G. Banti, il B. fondò la sua formazione sulla vasta cultura delle scienze medico-biologiche e sulla obiettività del giudizio e dell'interpretazione. Iniziata l'attività scientifica nel periodo in cui fervevano gli studi sulla batteriologia, egli mostrò subito una particolare attitudine alla ricerca; tra i lavori di batteriología, meritano di essere ricordati: Periostite costale suppurata da bacillo del tifo,in Lo Sperimentale,memorie originali, XLV (1891), pp. 356-361; Due casi di peritonite primitiva da diplococco, ibid.,comunicazioni originali, XLVI (1892), pp. 305-312, 325-329; Reperto batteriologico in due casi di suppurazione delle vie biliari, ibid.,pp. 457-486; Tre casi di pericardite primitiva con esame batteriologico, ibid.,pp. 487-511.
Il B. fu un brillante anatomo-patologo e compì numerose analisi in vari settori di questa disciplina.
Dei suoi lavori, riguardanti l'istologia patologica, si ricordano: Contributo anatomico e sperimentale allo studio delle lesioni istologiche determinate dall'avvelenamento da sublimato,in Lo Sperimentale,memorie originali, XLV (1891), pp. 373-386; Sulle fini alterazioni istologiche della milza, delle glandule linfatiche e del fegato nell'infezione difterica, ibid.,sez. biologica, XLIX (1895), pp. 487-539; Sull'istologia patologica dell'ascesso cerebrale sperimentale,in Riv. di patologia nervosa e mentale, II(1897), pp. 385-394; Sull'istologia patologica del tubercolo cerebrale da conglomerazione,in Atti d. R. Accad. dei Fisiocritici in Siena,s. 4, XIV (1902), 1-2, pp. 61-108; Il fegato duro arteriosclerotico,in Lo Sperimentale,LXIV (1910), pp. 31-48. In quest'ultimo lavoro il B. dimostrò come il substrato anatomico della lesione istologica, in tale forma morbosa, risieda in una spiccata proliferazione di quel tessuto di finissime fibrille che costituiscono un reticolo immediato di sostegno agli elementi parenchimali, e dette inizio a una serie di ricerche analoghe che numerosi autori, in particolare i suoi allievi, compirono su altri organi.
Il B. compì anche interessanti studi sul sistema nervoso, applicando metodi istologici allora appena introdotti nelle tecniche di laboratorio: in particolare, col metodo di NissI mise in evidenza alterazioni cadaveriche delle cellule nervose, che fino ad allora molto spesso erano interpretate come espressioni patologiche (Sulle lesioni cadaveriche delle cellule nervose, in Riv - di patologia nervosa e mentale,II [18971, pp. 337-347), e col metodo di Marchi e Algeri osservò, nelle cellule nervose in necrosi, delle zolle intensamente annerite, come quelle delle vere degenerazioni secondarie (Contributo anatomico e sperimentale allo studio delle degenerazioni secondarie del midollo spinale col metodo di Marchi e Algeri, in Lo Sperimentale,memorie originali, XLV [,891], pp. 386-407). Il B. espresse ripetutamente il concetto, poi confermato dagli autori più modemi, che i sistemi di fasci nervosi non rappresentano formazioni rigidamente chiuse, come allora si riteneva, ma che nell'area di un determinato fascio, alle fibre di un sistema vanno a mescolarsi, in proporzione maggiore o minore, quelle di altri sistemi, principalmente di origine endogena: i dati portati dal B., in varie comunicazioni, a sostenere tale concetto, hanno resistito ai successivi controlli.
Interessanti furono anche le ricerche compiute dal B. in campo otorinolaringologico, le più importanti delle quali dettero origine ai seguenti lavori: Contributo sperimentale alla fisiologia del nervo laringeo inferiore,in Gazzetta degli ospedali,VIII(1887), 24, pp. 189 s.; 25, pp. 187 s.; Di una singolare forma di ascesso laringeo,in Lo Sperimentale,XLVI (1892), pp. 265-272.
Il B. studiò accuratamente le peritonite da perforazione, distinguendo tre momenti patogenetici che, seppure insufficienti a provocare da soli il quadro morboso, sono responsabili, se agenti contemporaneamente, del succedersi degli eventi patologici: 1) penetrazione di feci e gas nel cavo peritoneale, 2) sviluppo e proliferazione dei batteri fuorusciti dall'intestino nel peritoneo, 3) stimolo permanente alla flogosi peritoneale determinato dal continuo versarsi di feci e gas in peritoneo. Quindi, i prodotti tossici elaborati e assorbiti dalla sierosa peritoneale in seguito alla perforazione, passano in circolo, determinando lesioni istologiche nei vari visceri e, successivamente, anche negli elementi nervosi. Il B. fondò così la patogenesi del processo morboso in una intossicazione acuta dell'organismo, accertando, in tali ricerche, la sede intestinale dei diplococchi lanceolati capsulati, da molti negata per l'azione battericida esercitata dall'acidità del succo gastrico.
Si ricordano, su tale argomento, i seguenti lavori: Il bacterium coli commune e la peritonite da perforazione,in Lo Sperimentale,XLV (1891), pp. 313-318; Sulle alterazioni istologiche di alcuni visceri addominali nel corso della peritonite da perforazione, ibid.,LI (1897),pp. 5-37; Sull'etiologia e patogenesi della peritonite da perforazione,Siena 1903.
Tra i numerosi lavori di anatomia patologica, meritano di essere ricordati: Un caso di aortite verrucosa acuta,in Il Morgagni,XXXII, I (1890), pp. 370-381(nel quale il B. dimostrò l'esistenza dell'endoartite vegetante acuta come entità a sé, indipendente da una lesione endocardica della stessa natura, allora messa fortemente in dubbio); Un nuovo caso di tbc gastrica,in Lo Sperimentale,comunicazioni originali, XLVI (1892), pp. 249-256; Sull'esito dell'atrofia parenchimale in ipertrofia nodulare multipla del fegato,in La clinica moderna, VII (1901), 7,pp. 58 s.; 8, pp. 64-66; 9, pp. 70-73.
Il B. fu anche autore di un dotto capitolo sull'immunità nel Trattato Italiano di Patologia e Terapia Medica diretto da A. Cantani e E. Maragliano (I, 1, Milano 1900, pp. 225-272),in cui ebbe modo di esprimere la sua vasta cultura in patologia generale.
Notevoli furono pure gli studi e le osservazioni che il B. condusse in oncologia. In questo campo la sua opera più importante fu Itumori (Milano 1915), che volle dedicare ai suoi maestri G. Martinotti e G. Banti: il trattato, scritto in forma piana ed accessibile, si distingue, oltre che per essere cauto nella critica e nei giudizi, per l'eclettismo assunto di fronte alle opinioni contrastanti e per l'acuta selezione della ricchissima letteratura; in esso è illustrata, con ricchezza di particolari e accuratissima descrizione, la patologia generale e l'anatomia patologica dei tumori, dalla patogenesi dei blastomi in genere, alla descrizione dettagliata delle varie forme di neoplasmi.
Delle altre pubblicazioni del B. riguardanti le neoplasie, si ricordano: Gumma hypophysis cerebri, contributo allo studio dei tumori primitivi del corpo pituitario,in Lo Sperimentale,memorie originali, XLV (1891), pp. 364-373; Linfagiomi multipli della milza, contributo allo studio dei tumori primitivi di questo viscere, ibid., pp. 361-364; Grossa cisti linfatica della milza, ibid.,XLVI (1892), pp. 329-332; I tumori,in Trattato ital. di Chirurgia redatto da insigni professori e specialisti, I, parte IV, Milano 1915; Definizione dei neoplasmi ed istogenesi,in Neoplasmi,lezioni tenute per iniziativa dell'Istituto Sieroterapico Milanese, Milano 1926, pp. 9-45.
Bibl.: N.Tiberti, Commemorazione del Prof. O. B. tenuta nell'Aula Magna della R. Università di Siena il 3 giugno 1927, in Annuario accad. d. R. Univ. d. Studi di Siena,a. DCLXXXVII (1927-28), pp. 31-43; E. Sacerdoti, O. B. e alcuni suoi studi che interessano l'otorinolaringologo,in Il Valsalva, IV (1928), pp. 319-324; B. Lunghetti, Parole pronunciate in occasione dello scoprimento della lapide in memoria di O. B.,in Annuario accad. d. R. Univ. d. Studi di Siena,a. DCXC (1930-31), DI). 163-167; Encicl. ital., IV, p. 117.