ROSENBACH, Ottomar
Medico, nato il 4 gennaio 1851 a Krappitz (Slesia), morto il 20 marzo 1907 a Berlino. Laureatosi a Breslavia nel 1873, vi tornò nel 1877, dopo essere stato a Jena assistente di W. O. Leube e di H. Nothnagel; divenne libero docente; professore straordinario e nel 1887 primario nell'Allerheiligen-Hospital di Jena, che lasciò nel 1896 per dedicarsi a Berlino a un'attività essenzialmente scientifica.
Numerosi e importanti sono i suoi lavori nei campi più diversi, spesso inspirati da concezioni geniali, talora in contrasto con quelle dei suoi tempi. Così si levò contro la tendenza alla ricerca - come fine a sé stessa - piuttosto di superflui metodi diagnostici che di nuovi e più efficaci mezzi terapeutici; combatté l'esclusività del fattore batteriologico nell'insorgenza delle malattie infettive sostenendo invece l'importanza massima di tutto il complesso dei fattori organici; svolse concetti moderni delle malattie funzionali, delle insufficienze organiche; sostenne l'importanza della suggestione come mezzo psicoterapico, ecc. S'indica come reazione di Rosenbach-Gmelin la ricerca dei pigmenti biliari nelle urine con l'acido nitroso-nitrico; come legge di Rosenbach-Semon il fatto che nell'emiplegia la paralisi dei flessori si stabilisce più tardi che la paralisi degli estensori; come sintoma di Rosenbach la mancanza dei riflessi cutanei addominali dal lato emiplegico; come malattie di R. una forma di nevrosi gastrica e una particolare deformazione delle falangi. Scrisse sulla fisiopatologia del nervo vago, sul meccanismo e la diagnosi dell'insufficienza gastrica, sui vizî valvolari cardiaci sperimentali, sui rumori cardiaci, sulla diagnosi funzionale dell'apparato digerente, sulla psicoterapia delle malattie interne, sul male di mare, sull'anemia, sulla circolazione sanguigna, sulle cardiopatie, sull'energetica in rapporto alla medicina, sulla morfina, sulla terapia mercuriale e iodica della lues, ecc.
Bibl.: W. Guttmann, Zum Andenken an O. R., Lipsia 1908.