Poeta sloveno (Vinice, Kočevje, 1878 - Lubiana 1949). Di famiglia agiata, visse a lungo all'estero; dal 1920 fu direttore del Teatro nazionale sloveno. Insieme a F. Prešeren, è tra le voci più importanti della poesia slovena. Sensibile alle principali correnti dell'epoca, dopo una prima fase di accentuata ricerca estetizzante (Čaša opojnosti "La coppa dell'ebbrezza", 1899), subì l'influsso delle idee nietzschiane (Čez plan "Attraverso il piano", 1904), inclinando poi a un forte pessimismo (Samogovori "Soliloqui", 1908). Approdato a una concezione panteistica di una superiore unità universale (V žarje Vidove "All'alba del giorno di San Vito", 1920, sulla caduta e la resurrezione del popolo sloveno), Z. recuperò la tradizione romantica e realistica in Zimzelen pod snegom ("La pervinca sotto la neve", 1945), ispirato alla guerra di liberazione. Di grande rilievo il ruolo svolto come drammaturgo (Noč na verne duše "La notte delle anime credenti", 1904; Veronika Deseniška "Veronica di Desenice", 1924) e traduttore (Dante, Villon, Shakespeare, Goethe, Tolstoj, ecc.).