Liebmann, Otto
Filosofo tedesco (Löwenberg, Slesia, 1840 - Jena 1912). Fu uno dei più notevoli rappresentanti del neokantismo tedesco della seconda metà del sec. 19°. Ostile alle interpretazioni idealistiche dei grandi postkantiani, difese l’esigenza di tornare al nucleo più importante del pensiero di Kant, da lui individuato nell’«idealismo trascendentale», ossia nella tesi della necessaria correlazione tra le condizioni a priori dell’esperienza e l’oggettività del conoscere. Di Kant, tuttavia, L. criticò il ricorso alla nozione di «cosa in sé» e la riduzione dei dati sensibili ad «apparenze», e cercò di costruire una «metafisica critica» fondata sull’esperienza. Le sue concezioni, peraltro, non scevre di contraddizioni singolari, non superano l’ambito kantiano, e in esse è piuttosto da apprezzare la vivace esperienza psicologica e artistica con la quale sono avvertiti e presentati molti aspetti della cultura umana. Scritti principali: Kant und die Epigonen (1865); Zur Analysis der Wirklichkeit (1876); Gedanken und Tatsachen (2 voll., 1882-1904).