Gebühr, Otto
Attore cinematografico tedesco, nato a Kettwig il 29 maggio 1877 e morto a Wiesbaden il 14 marzo 1954. Nonostante le sue eccellenti doti recitative, G. divenne molto popolare nella Germania degli anni Venti grazie alla sua immagine dal volto severo, con i tratti scavati, occhi azzurri e sopracciglia scure, che venne identificata con quella di Federico Guglielmo II di Prussia (1744-1797), il cui personaggio interpretò in una lunga e discontinua serie di film storico-propagandistici. Tra le collaborazioni artistiche più assidue, va annoverata quella con il regista, aderente al nazismo, Veit Harlan, al quale G. restò legato come interprete anche nel secondo dopoguerra.
Abbandonati gli studi umanistici per dare aiuto alla famiglia nell'attività commerciale, continuò a seguire la sua vocazione per il teatro e, dopo una lunga e felice carriera di attore teatrale, G. esordì sullo schermo in parti di rilievo interpretando l'imperatore Rodolfo II in Der Golem, wie er in die Welt kam (1920; Golem ‒ Come venne al mondo) di Paul Wegener e Carl Boese, e il detective, accanto a Conrad Veidt, nell'ormai perduto giallo Abend Nacht Morgen (1920) di Friedrich W. Murnau. Fu l'inizio di un percorso basato su una raffinata tecnica recitativa, che lo vide spesso nelle vesti di regnanti e personaggi di alto lignaggio. Divenne infatti il protagonista di due importanti opere di ricostruzione storica: nel ruolo di un generale prussiano in Waterloo (1928) di Karl Grüne; e, nel ruolo di Federico il Grande in Fridericus Rex (1922-23; Federico re) di Arzén von Cserépy, un'opera che assunse particolare importanza nella torbida temperie politica dell'epoca. Il grande successo popolare della sua interpretazione di Federico II (anche in Die Tänzerin Barberina, 1920, La danzatrice Barberina, di Boese) diede luogo infatti a un singolare fenomeno di identificazione tra attore e personaggio, che venne platealmente sfruttato dalla propaganda nazista nella lotta culturale durante la Repubblica di Weimar. Il sonoro accrebbe le potenzialità espressive di G., come dimostrò, sempre nella parte di Federico II di Prussia, nel film Das Flötenkonzert von Sanssouci (1930; Alle soglie dell'impero) di Gustav Ucicky, esperienza che G. ripeté in una serie di opere (una decina in tutto) di scarso spessore e largo intrattenimento, dedicate alle gesta della famiglia reale: alcune fiabesche come Die Tänzerin von Sanssouci (1932; Agli ordini di sua Maestà, o La ballerina del re) di Frederick Zelnick con Lil Dagover, altre di maggiore consistenza come Fridericus (1936) di Johannes Meyer (dove recitò con Bernhard Minetti). Degna di nota anche l'interpretazione di Molière in Nanon (1938), film sulla corte di Luigi XIV di Herbert Maisch. Nello stesso periodo ebbe inizio la collaborazione con il regista più coinvolto dal regime nazista, V. Harlan, che dopo aver girato il film antisemita Jud Süss (1940; Süss l'ebreo), portò sullo schermo G. in quella che rimarrà la sua interpretazione più celebre, per la quale ricevette la nomina ad 'attore di Stato': il ruolo di Federico il Grande nel propagandistico Der Grosse König (1942; Il grande re), spettacolare film di ricostruzione del periodo della guerra dei Sette anni, inno alla cieca sottomissione del popolo al sovrano saggio e forte, premiato con la Coppa Mussolini per il miglior film straniero alla Mostra del cinema di Venezia del 1942. Dopo aver preso parte a film di propaganda bellica come l'anti-sovietico Die goldene Spinne (1943) di Erich Engels, nell'immediato dopoguerra G. venne allontanato dall'attività cinematografica per il suo coinvolgimento con il regime. Riprese successivamente a lavorare soprattutto in parti di contorno: tra i ruoli più importanti, il professor Gruber in Die Lüge (1950) di Gustav Fröhlich, la partecipazione allo scialbo, fantastico dramma sentimentale sulle vicende della contessa Angelica Unsterbliche Geliebte (1950; La dinastia indomabile) e a Die Gefangene des Maharadscha (1954) entrambi di Harlan. Nel 1952 G. ebbe una parentesi hollywoodiana con il regista Andrew Marton, che lo volle nel cast del thriller di guerra a sfondo nazista con Gene Kelly, The devil makes three (I lupi mannari), per poi tornare a lavorare in Germania Occidentale, ormai quasi ottantenne.
Das Otto Gebühr-Buch, hrsg. W.G. Lohmeyer, Berlin 1927; S. Kracauer, From Caligari to Hitler, Princeton (NJ) 1947 (trad. it., nuova ed. a cura di L. Quaresima, Torino 2001³, pp. 167-71, 326-30).