BOLDONI, Ottavio
Nacque, forse a Bellano, intorno al 1600 da Ottavio e Cecilia Cattaneo. La famiglia, nobile e facoltosa, accondiscese alle sue inclinazioni letterarie, facendogli frequentare i corsi di letteratura latina e greca a Milano, lezioni dalle quali egli trasse il massimo profitto: tale è la preparazione classica che trapela anche dalle opere giovanili.
Professo barnabita nel 1616, ottenne la laurea e si avviò alla carriera dell'insegnamento. Fu dapprima professore d'eloquenza ad Asti, poi a Milano alle scuole Arcimbolde: presso di esse anzi pervenne a sì chiara fama da fondare un'accademia, detta degli Infuocati, dove esercitò una notevole attività letteraria.
Superiore a Perugia, fu, dopo breve tempo, trasferito dall'Ordine a Pescia dove fondò un'altra accademia: quella degli oculati. Abbandonò Pescia per trasferirsi a Pisa, ove assolse parimenti la carica di superiore. Nel 1653 fu chiamato come precettore di Cosimo III di Toscana e nel 1661 fu eletto vescovo di Teano. Clemente IX lo chiamò in Curia e lo volle assistente al soglio pontificio. Fu in seguito designato primo custode della Biblioteca Vaticana: ufficio che coronava degnamente la sua preparazione umanistica e l'attività svolta per quasi un cinquantennio come erudito e uomo di lettere di notevole autorità. E tale incarico il B. assolse fino alla morte, sopraggiunta nell'anno 1680.
L'attività letteraria del B. ha inizio nel 1635 con una orazione panegirica: Divi Octavii Ducis Thebaeiet Martyris fortisinfirmitas. Dictio panegyrica habita Mediolaniin AcademiaInfocatorum ad Illustriss.et Reverendiss.Octavium Asinarium eCongregatione Cleric.Reg. S. Pauliad EporediensemEpiscopatum recenserectum, Mediolani 1635.
Più importante e significativa è un'altra opera composta nello stesso 1635. Si intitola Theatrum temporaneum aeternittati. Caesaris Montii S. R. E.Cardinalis et archiep.Mediolanen.Sacrum Octavio BoldonioClerico Regulari S. Pauliauctore. Mediolani, in templo S.Alexandri excitatum MenseAugusto1635, Mediolani 1636, ed è un opuscolo in lode di Cesare Monti che nel 1635 era stato nominato arcivescovo di Milano. L'orazione del B. venne recitata in occasione dell'ingresso del nuovo vescovo in Milano: ispirata a un'alta e solenne retorica, fiacca nell'insieme, ma immaginosa e sin nel titolo studiosamente ricercata, l'operetta dové riscuotere un notevole successo e fu elegantemente stampata.
Testimoniano dell'attività erudita del B. i Dies Attici seuexercitationes graecanicaeTribus libriscomprehensae, Mediolani 1639, la Κοσμοπολία, seu Mundus Egentilitiis Mediceorumglobis ArchitectaSapientia perfectus: acsereniss. magnisducibus HetruriaeFerdinando II etVictoriae OminandisfeliciteripsorumNuptiis expositus Pisis,intemplo S. FrigdianiClericorum Reg. S. PauliBarnabitarum anno 1638, Augustae Perusiae 1641, e la Extemporalium Rhetoricorum primae partispars prior, Romae 1652, apparsa dopo che il B. aveva dato alle stampe la sua orazione forse più famosa: Cyropaedia. Dictio panegirica adObitium Malaspinium, Florentiae 1647.
Il manuale di retorica fu successivamente ampliato dall'autore. Videro così la luce, tra il 1674 e il 1676, la Extemporalium rhetoricorum parsoratoria complectenspraefationes,et gratias ad disputandum de quaque Scientiaad Laureas doctoraleset aliaquaedam publica munia,quibus accedunt DedicandariumThesium,aliorumque Operum Formulae, Romae 1674, e le Academicae dictiones extemporales,Pars altera, Neapoli 1676.
Nel 1660 fu edito a Perugia Epigraphica sive ElogiaInscriptionesque Quodvisgenus pingendi ratio ubi de inscribendisTabulis,Symbolis,Clypeis,Trophaeis,Donariis,Obeliscis,Aris,Tumulis,Musaeis,Hortis,Villis,Fontibus,et si qua sunt aliahuiusmodi Monumenta,facili methododissertatur. L'ultima opera del B. è una dissertazione in materia epigrafica: Epigraphae ReligiosaeMemoriales Mortuales EncomiasticaeRestituto TheatroMontio et CosmopaeiaMediceo - Roverea, Romae 1670.
Nel complesso l'erudizione del B. non presenta sensibili progressi rispetto alla scienza antiquaria del Seicento, alla quale egli si uniforma sia per l'esiguità dell'intento divulgativo sia per la scarsezza dei mezzi di ricerca. Ispirate da una volontà di magniloquenza sono le orazioni, né presentano particolare rilievo le sue poesie inserite nell'opera del fratello Giovanni Nicolò La saetta della passione di Gesùnel cuor di Maria, Perugia 1644: si tratta di un ristretto nucleo di componimenti d'argomento religioso che si uniformano perfettamente allo stile della lirica tra Barocco e Arcadia.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1448 ss.; L. M. Ungarelli, Bibl. script. eCongregatione Clerr. Regg. S. Pauli, Romae 1836, pp. 387 ss.; O. M. Premoli, Storia dei barnabiti nel Seicento, Roma 1922 ad Indicem; G. Boffito, Bibl. Barnabitica, I, Firenze 1933, pp. 263 ss.